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Benevento – Sette punti in cinque gare, calo vertiginoso della media punti e ampie rotazioni. Il Liverpool di Jurgen Klopp è meritatamente in vacanza. I reds hanno stravinto la Premier League con sette giornate di anticipo, eppure nessuno oltremanica parla di ‘campionato falsato’. Lì si viaggia scrutando orizzonti ben lontani dal limitato italico orticello, quello di un Paese in cui si tende spesso e volentieri a dare la colpa agli altri dei propri fallimenti. 

Scopriamo, insomma, che se la Juve Stabia (due punti negli ultimi otto turni ndr.) è a rischio retrocessione è perché il Benevento ha vinto troppo in fretta il campionato. L’impresa delle imprese derubricata a danneggiamento delle altrui fortune. Lo si apprende dalle parole di Manniello e Langella, alti dirigenti gialloblu che esigono rispetto dalla formazione allenata da Inzaghi, colpevole di aver lasciato spazio a chi non ne aveva avuto abbastanza e di aver concesso il meritato riposo ai protagonisti del cammino trionfale. 

La domanda nasce spontanea: cosa dovrebbe fare, esattamente, il Benevento? Rischiare di sovraccaricare di lavoro i suoi migliori giocatori in vista di una A che è già dietro l’angolo? Sacrificare una giusta preparazione atletica per la prossima stagione sull’altare di ulteriori record? E anche se fosse, ammesso che giocassero tutti i big sempre e comunque, c’è davvero qualcuno, tra gli uomini di calcio, in grado di pensare che la fame sarebbe la stessa di quando l’obiettivo non era ancora stato raggiunto? Utopia.

Lo stesso Liverpool, perdendo ieri sera in casa dell’Arsenal, ha dovuto rinunciare aritmeticamente ai 100 punti. Un traguardo sicuramente ambizioso, ma non prioritario. Non il vero obiettivo, quello raggiunto a fine giugno. Se è vero che chi vince ha sempre ragione, a tutti gli altri una ragione conviene farsela. Magari provando a fare punti da sé.