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Benevento – Satira e sfottò. Fittizi contro festival e simpatiche parodie come quella del re della neomelodia, Enzo Savastano, a stuzzicare il direttore artistico della XXXVIII edizione di Benevento Città Spettacolo, Renato Giordano.

Dopo le critiche mosse al cartellone, eccessivamente “popolano”, sotto attacco è ora lo spot girato dal direttore artistico, che canta dentro un carrello, all’interno di un supermercato. Il non-luogo per eccellenza della società contemporanea, secondo la definizione dell’antropologo Marc Augè: “Uno spazio utilizzato per scopi molteplici, anonimo e stereotipato, privo di storicità e frequentato da gruppi di persone freneticamente in transito, che non si relazionano tra loro” ma che nella mente di Giordano diventa, invece, l’espressione di nuova socialità, un vero luogo dove il popolo si incontra e trova di tutto. Ma andiamo avanti.

Abbiamo fatto una chiacchierata con il direttore artistico che ha così avuto modo di replicare ai suoi “avversari” e critici:

Iniziamo dallo Spot. Non è leggermente ridicolo?

“A me lo spot piace molto e mi diverte. Lo abbiamo girato in un supermercato perché oggi è il fulcro della vita quotidiana. Ci si trova di tutto, dal pane al libro e si sta pure freschi.  Così la metafora del nostro festival è calzante. Un punto di incontro dove trovi tutti e di tutto”.

I social non hanno risparmiato critiche sul fatto che possa essere stato “copiato” da un famoso marchio della frutta. Lei conosceva lo spot in questione?

“Non ho mai visto questo spot sulla frutta. Mi sono ispirato a un Sanremo di qualche anno fa e all’amico Carlo Conti che faceva cantare tutti. Noi faremo divertire tutti, voglio una Città Spettacolo aperta a 360 gradi”.

Sulla satira e le stilettate social e non solo sulla pochezza del programma, fin troppo gentista, cosa ne pensa?

“A me questa atmosfera da un certo punto di vista piace. Se ne parla, c’è dibattito, è simpatico. Le critiche preventive e le chiacchiere social da bar, invece, non mi piacciono; uno spettacolo prima lo vedo ed eventualmente lo critico. Ci sono invece alcuni finti addetti ai lavori che muovono critiche gratuite e preconcette, probabilmente per invidia e livore accumulato per non essere riusciti a raggiungere determinati traguardi o per andare contro l’amministrazione che ha deciso di scegliere un beneventano come direttore artistico”.

Anche sulle critiche per la scelta di un personaggio datato come Renzo Arbore reagisce stizzito: “Ma che ne sanno. Si informassero di più. Renzo Arbore è l’intellettuale per eccellenza, colui che ha inventato la critica chiara in televisione. È inattaccabile perché l’uomo spettacolo vivente”.

Giordano insiste: “Questi intellettuali hanno la memoria corta. Il maestro Gregoretti, con cui ho lavorato e lavoro anche fuori da Benevento, avrebbe chiamato il Festival Città Teatro e non Città Spettacolo. C’era tutto, non solo spettacolini teatrali elitari. Il mio spettacolo che apre la rassegna va all’Eliseo e non nei teatrini off romani; i veri addetti ai lavori conoscono le complessità di una direzione artistica globale, nazionale. Questi personaggi che operano sul territorio, invece, non si muovono dal loro orticello”.

Giordano rivendica la sua predisposizione al contatto con il popolo: “Io vengo da rioni popolari, io so quello che vuole la gente. Parlo e mi confronto con tutti: commercianti, artisti e gente comune. L’importante è capire che Città Spettacolo non dovrà morire dopo di me; potrà avere diverse visioni ma non voglio sentire che si dovrà cambiare nome perché ho introdotto delle novità. Il mio auspicio- conclude Giordano- è che questa manifestazione possa giungere almeno fino alla 80esima edizione”.

Infine una domanda secca che, purtroppo, ha rivelato una pecca nelle conoscenze del Direttore: Conosce il maestro Enzo Savastano e il suo Festival a Spronate sul Naviglio?

“No, non so chi sia”.  Peccato.