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Limatola (Bn) – Riceviamo e pubblichiamo la bella storia a firma di Lidia Di Lorenzo.

Il 6 giugno 2022, nel salotto della casa di Peppino Alois in Limatola centro si sono incontrati Giuseppe e Anna, Giuseppe Carrese e Anna Merola, bambini di due anni e mezzo lei e dieci anni lui, nel lontano 1943, quando, dopo l’armistizio di Cassibile, con il quale l’Italia firmava la resa incondizionata agli alleati anglo americani, iniziò anche per Limatola il periodo più nero della sua storia.

La guerra dal confine si sposta nei paesi, nelle case. I tedeschi minano strade ed edifici per rallentare l’avanzata alleata. Cercano uomini in ogni luogo per punire gli Italiani traditori. Gli uomini si danno alla macchia per tentare di salvarsi la vita. Ma non solo gli uomini soccombono in quelle feroci rappresaglie. Basti pensare alla strage di Monte Carmignano nella vicina Caiazzo, quando nella notte del 13 ottobre di quell’anno ad opera del tedesco Wolfgang Leghnick-Emden 22 persone vengono trucidate nelle loro case, e a Bellona le vittime sono ben 53. Tra di esse donne e bambini.

Sotto una pioggia di proiettili Giuseppe tenta di portare dell’acqua al padre che si nasconde nelle colline di Limatola alta. Bimbo coraggioso e precocemente cresciuto nel clima bellico, abbandona la compagnia di Biagio e Andrea più grandi di lui e prende un’altra strada. Deve soccorrere il padre come ha fatto già nei giorni precedenti. Striscia con le spalle sulle pareti delle case, si occulta dietro siepi e cespugli per raggiungere la zona Fontana, quando si imbatte in una bambina che non conosce, che piange e grida, con un linguaggio appena comprensibile: papà è caùte, papà è caùte. La bimba, che è sola, prende Giuseppe per mano e lo porta dove il padre giace morto. Lo spettacolo è raccapricciante. Giuseppe non osa far ritornare alla mente ciò che vide.

La famiglia di Anna è sfollata a Limatola da Casertavecchia, quindi rientrerà fra breve nel proprio paese. Giuseppe negli anni ripensa spesso a quella bambina e al suo destino. Anna e Giuseppe non si incontreranno mai più, né Giuseppe saprà mai più nulla di loro.

Il miracolo avviene nel 2021, quando la pubblicazione del libro Il nostro Novecento, edito dall’Associazione Giuseppe Aragosa Ars Historiae, apre una finestra sull’accaduto. La pubblicazione si occupa tra l’altro delle vittime di Limatola nel periodo bellico e post bellico e della partecipazione dei nostri militi alla guerra nel Corno d’Africa, focalizzando l’attenzione sui due giovani uccisi dai tedeschi in ritirata. Sì! proprio Biagio Alois e Andrea Carrese, che erano con il nostro Giuseppe in quel fatidico giorno. I due la sera furono trovati uccisi in un fossato, in posizione ancora eretta, nei pressi di via Casafrancesca, giovani vittime, 25 e 30 anni, di una postazione tedesca di avvistamento e controllo della vallata sottostante, posizionata in collina ai piedi del castello. Era la sera del 6 ottobre 1943. Come non pensare che una diversa decisione del fanciullo avrebbe potuto avere drammatiche conseguenze anche per lui?

La signora Anna Avella legge ed è fulminata da un ricordo. Una delle sue amiche casertane aveva raccontato del periodo in cui la sua famiglia era sfollata a Limatola. La contatta e il passato ritorna. È proprio lei la bambina!

Giuseppe Alois emozionato informa l’Associazione ed è subito emozione collettiva. Organizza l’incontro ed è evento.

Presenti i protagonisti con le figlie Serena e Patricia, Anna Avella, Massimiliano Marotta, Laura Cerreto, Pietro Carrese, Antonio Marotta, Raffaella Aragosa, Lidia Di Lorenzo, Biagio e Giuseppe Alois, si realizza l’incontro. Sono già arrivati gli ospiti convocati per l’occasione, quando Giuseppe Carrese, che si trova con la figlia a Limatola per un breve vacanza, bussa alla porta della casa di Peppino Alois. Peppino apre e tra la commozione di tutti Giuseppe e Anna si lasciano andare in un caldo e lungo abbraccio, mentre tutti applaudono, partecipi emotivamente dell’avvenimento. I due protagonisti sono un giovanile signore residente in Canada e una splendida signora energica dal fisico di una diciottenne. Si rivedranno ancora, sempre ospiti della nostra Associazione, che realizza un obiettivo insperato, grazie a Peppino Alois e alla sua mamma Anna!