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Benevento – Nel segno della comicità. I Giardini della Rocca, dopo Pif, accolgono il signor Enzino, Enzo Iacchetti. La spalla di Ezio Greggio, il volto di Striscia la Notizia, attore e scrittore. Sulla breccia da moltissimi anni, ormai entrato nelle case degli italiani, tra tormentoni e battute che sono rimaste nella storia. Uno dei nomi più della seconda giornata del Bct 2022, il festival del Cinema e della Televisione di Benevento.

Che bello essere qua Benevento. lo ricordo di esserci stato nel 2007 con uno spettacolo all’Arco di Traiano. Ho avuto un successo incredibile tanto che Mastella ha voluto farsi una foto con me. Ma gli dissi che non volevo rischiarmi. Ma poi l’ho fatta. In fondo Mastella va d’accordo coi comici”.

Partenza col botto e pioggia di battute sin dalla prima parola. E l’inizio della chiacchierata e’ stato un viaggio d’amore lavorativo.

Per sei anni sono stato l’uomo più invitato d’Italia, quando sono stato con la Corvaglia. Un grande amore. E non c’entrava l’eta’. C’entrava come ci si amava”.

Cantante, attore, presentatore, comico, cabarettista.

Principalmente mi sento attore che racchiude tutte le altre caratteristiche. Sapevo anche ballare. Ma essere attore significa saper fare tutte le discipline del suo mestiere. Certo, quando quanto non mi fila nessuno. Eppure ho fatto cinque dischi e i ricavati li ho spediti in Africa. Lo dico volentieri, non ho bisogno dei soldi dei dischi. Non devo travestirmi come Achille Lauro o mettere i piercing. Ho sempre cantato e il mio sogno era Sanremo, ma mi sono sempre fermato ad Albenga. Da famoso ho mandato le canzoni ma i direttori artistici, Conti, Amadeus, Morandi e Baglioni. Ho fatto due cause con Morandi e Baglioni, ma per altre cose. Ed era importante perché era un sogno da piccolo. Avevo un sogno e mi mancava un pezzo. I miei genitori mi portavano a vedere il festival in un bar. Vedevo Celentano in bianco e nero, si muoveva e si girava, contro le regole della televisione. Era il mio idolo e volevo farlo anche io. Ho scritto delle belle canzoni ma, diversamente dall’America dove un comico può fare il cantante. Qui no, il comico non può fare il cantante. Ma mi chiedo, i politici fanno i comici, i comici fanno i politici. Ma l’idea per Sanremo l’ho abbandonata”.

Tra il serio e il faceto, con un pizzico anche di amarezza. Ma per lui potrebbe aprirsi un nuovo mondo, quello dei social, come Tiktok.

Ho un nipote che fa queste cose. Ho preso un po’ di querele e mi sono tolto dai social. Avevo Facebook e uno mi insultava e io stavo tutta la notte a insultarlo. E durava tutta la notte. Ho capito che non era adatto per me. Twitter, forse, e’ quello migliore ma non sono capace. Ci sono i politici. Se penso a una cosa che scrive Renzi, gli scrivo e mi prendo una querela”.

Uomo umile, fuori dagli schemi del mondo dello spettacolo, che ha fatto fatica ad emergere ma che ha toccato i 40 anni di carriera.

Ho detto tanti e no e quello più clamoroso l’ho detto alla Rai. C’era la lotta delle esclusive, volevano darmi il triplo e ci ho pensato. Ma poi ho pensato di non voler tradire l’affetto. Mediaset mi ha scoperto e mi ha cambiato la vita. E mi e’ bastato, perché l’eccesso non mi piace. Ora non ho le esclusive e potrei andare in Rai e Conti da due anni mi chiama per cantare e poi non mi sceglie a Sanremo. Ho chiamato mio fratello per “Tale e Quale” ma alla fine ho detto di no. Non mi va di essere giudicato a 70 anni da uno come Malgioglio. Non volevo essere deriso. Ho scelto sempre cose che potevo difendere”.

E non sono mancati i momenti di sconforto nel corso dei suoi 40 anni di carriera.

Ho sempre amato questo lavoro, anche quando mi lanciavano i crostoni delle pizze. Sono stato di fronte a centinaia di pubblici diversi. E questa mi ha insegnato a sapere come farli ridere. Ho imparato tanto dalla gavetta. Sono cicatrici. Ma ci sono anche cose belle. Il 31 ottobre del 1990, la prima puntata al Costanzo show. Ho fatto dei provini all’inizio e fui scartato. Mollai. Stavo per lanciarmi nel bar tabacchi e avevo già versato la caparra. Ma non avevo capito una cosa importante. Il terzo redattore mi prese”.

Incredibile l’imitazione di Costanzo, perfetta. Ma e’ stato il lasciapassare per cominciare la sua grande attività nel mondo della televisione. A partire dalle canzoni bonsai.

Ho generato invidia con quelle canzoni. Perché le mie canzoni sono brevi e se non ti piace, sei felice perché possono aspettare la prossima. Dei famosi, ne conosci tre e le altre non le sai. L’idea e’ piaciuta anche a Gigi D’Alessio. E’ stata la mia fortuna. Come fortunato e’ stato l’incontro con Gaber, l’unico mito che non mi ha mai deluso. Tanto arrabbiato sul palco quanto benevolo nella vita. Non ha mai cacciato nessuno, nonostante fosse già malato di cancro. Aveva una parola per tutti nonostante fosse sfinito. Purtroppo fumava tantissimo e questo lo ha portato via da tutti i quanti. E mi piacerebbe sapere cosa direbbe di tutto quello che ci sta cadendo addosso”.

Altro campo amato da Iacchetti, il teatro.

In teatro si soffre tanto, l’adrenalina e la pressione salgono, lo stipendio si abbassa. Ma l’applauso del pubblico paga il grande lavoro giornaliero, la paura di dimenticare tutto, e tutte le difficoltà. Poi si apre il sipario ed e’ una magia pazzesca. Il cinema e’ più noioso e lento. Viva il teatro, viva l’improvvisazione”.

Una chiacchierata che ha preso la forma di un lungo percorso attraverso i passi più importanti della sua carriera. E tra questi, ovviamente, c’e’ “Striscia la Notizia” che significa Ezio Greggio.

Il naso di Ezio gli si ingrandisce ogni giorno di più. Ci vogliamo un bene bestiale. Abbiamo avuto una grande fortuna. Ero da Costanzo e c’era Raffaele Pisu. Volevano ringiovanire le coppie e alla fine arrivarono a me. Mi sentivo in colpa per Pisu ma con Ezio mi sono subito capito. Nessuno ci avrebbe mai diviso anche se ci hanno provato con alcune fake news per fare qualche click in più. Ci siamo inseriti subito e quest’anno sono 29 anni che siamo dietro quel bancone. Mi ha sempre difeso come ho fatto io. Ci siamo sempre protetti. Lo scopo dell’amicizia e’ che non esiste il tradimento fisico e non lo abbiamo mai fatto, neanche fisicamente. E anche nei momenti difficili, siamo stati vicini senza parlarci, trattenendo qualche lacrima. Lo ringrazio perché mi ha insegnato la riservatezza, la professionalità e a non farmi infinocchiare. All’inizio mi facevo fregare. Forse anche lui ha imparato qualcosa da me. E quando ci vediamo e’ come ritrovare il proprio compagno di banco”.

In chiusura, la sua fede calcistica, l’Inter.

“Se ti va bene una cosa, ne va male un’altra. Non c’e’ mai una gioia completa. Purtroppo non siamo di Torino. Ma non sono uno sfegatato. E’ stato Ezio che poi, quando siamo in onda, vince sempre la Juventus. Me ne ha fatte di tutti i colori”.

Ogni passo ha un suo racconto, un aneddoto, un pezzo della sua storia di vita. Ognuno di questi capace di strappare una risata al pubblico che e’ andato via via aumentando nel corso della serata, tanto da fargli dire: “hanno preferito noi alla Venier”.

 

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