- Pubblicità -
Tempo di lettura: 4 minuti

Benevento – Dopo aver giocato in Austria la prima parte di stagione, Oliver Kragl è tornato in Italia. Dal 6 gennaio veste la maglia del Messina, impegnato in una delicata lotta salvezza nel girone meridionale di serie C. Abbandonato l’ultimo posto nelle prime gare del 2023, i siciliani danno l’impressione di poter uscire immediatamente dalla palude. “Abbiamo vinto tre partite e la prospettiva è già migliorata, anche se ci sarà da battagliare. Mi auguro che accada la stessa cosa anche al Benevento”. Nel Sannio ha collezionato 28 presenze, 8 assist e 5 gol nel campionato di serie B 2019/20, vinto ‘a suon di record’. Oggi nel vedere il Benevento nelle zone basse gli sembra di essere davanti a uno scherzo: “Da non credere, soprattutto se guardo l’organico. I giocatori a disposizione non sono certo degli sprovveduti, ma nel calcio il curriculum è carta straccia. Se non dimostri sul campo chi sei, allora rischi di perdere contro chiunque”, dice.
Domenica c’è Frosinone-Benevento, due delle sue tante ex squadre. Come finirà?
“I risultati recenti e il momento opposto che stanno vivendo lascia intendere che il Frosinone partirà nettamente favorito, ma io penso che finirà 2-2. Prevedo pareggio ricco di gol, anche perché il Benevento non può continuare così”.
Cosa sta mancando ai giallorossi?
“Quando una stagione va male nonostante la qualità della rosa vuol dire che puoi uscirne solo compattandoti nello spogliatoio. Il Benevento deve capire che contano soltanto i punti in questo momento, non c’è da prendersi in giro”.
I tifosi sono preoccupati, è giusto contestare?
“E’ normale che la piazza sia delusa, percepisce il rischio di andare incontro a un incubo. Quando si contesta le reazioni sul campo dipendono dalla personalità e dal carattere dei giocatori. C’è chi può prenderla come una sfida e acquisire fiducia, ma anche chi può demoralizzarsi ulteriormente. Non sono situazioni semplici”.
Troppi punti bruciati negli ultimi minuti, l’ansia che ruolo gioca in certi casi?
“Un ruolo molto importante, per questo bisogna giocare in modo intelligente, con umiltà e spirito di sacrificio. A Messina non abbiamo certo la rosa per competere nei piani alti ma ho notato che c’è voglia di battagliare. Nelle ultime tre partite abbiamo giocato con scaltrezza, anche il Benevento deve essere furbo e stare sul pezzo. Mancano ancora tante partite, ci sono i margini per cambiare rotta in maniera decisa”.
L’attacco sta facendo davvero fatica. Pettinari può essere l’uomo giusto?
“E’ un buon attaccante e se il Benevento lo ha preso vuol dire che può essere molto utile. In questi contesti non contano i gol fatti in passato ma le motivazioni. Non è detto che prendendo l’Higuain di turno, un bomber da 30 gol, la stagione possa svoltare. E poi ci sono anche Simy e Farias, due giocatori molto forti che ancora non hanno reso. Per questo per me è un discorso di mentalità e convinzione. Non conosco Cannavaro, sarebbe ingiusto da parte mia giudicare il suo operato”.
Ti sarebbe piaciuto rimanere nel Sannio?
“Molto, peccato che la società prese una decisione diversa. Dopo la promozione in A andai in prestito all’Ascoli ma al rientro ero convinto di restare per giocare di  nuovo la B, avendo ancora un altro anno di contratto. Feci un ottimo precampionato, poi mi fu comunicato che non avrei fatto parte del progetto. A Benevento io e mia moglie Alessia ci siamo trovati benissimo. Abbiamo vissuto la città stringendo molte amicizie, tanti tifosi mi hanno scritto dopo il mio addio”.
Sempre più spesso si sente paragonare questo Frosinone al tuo Benevento, è davvero così?
“Non credo. A febbraio noi avevamo già praticamente vinto il campionato, poi dopo lo stop per Covid siamo stati bravi a completare l’opera. Grosso ha trovato la ricetta giusta ma il Benevento 2019/20 continua a non avere paragoni”.