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La rete di Frisenna al 90’ rischia davvero di aver messo la parola fine alle velleità del Benevento di contendere fino all’ultimo il primo posto alla Juve Stabia. In condizioni ‘normali’ di classifica, senza il pesante fardello del -7 dalla vetta, un pareggio contro il Messina sarebbe stato qualcosa di fisiologico, soprattutto alla luce dei tre impegni ravvicinati in una settimana. Inoltre, la squadra di mister Modica non è certo nuova ad imprese simili in trasferta contro una big. Ne sa qualcosa soprattutto l’Avellino, punito al suo domicilio da un collettivo come quello siciliano che non si accontenta mai di subire in maniera passiva l’avversario. Alla vigilia del match mister Auteri era stato un facile profeta: “Loro accettano sempre il confronto e sono convinto che può venire fuori una bella partita”, aveva detto presentando la sfida contro i peloritani. In fondo, è andata proprio così, con il Messina che non si è mai limitato ad attendere i giallorossi nella sua metà campo, forte di un baricentro sempre alto. Eppure, nonostante qualche difficoltà, il Benevento era stato bravo a mettere la gara in discesa alla mezz’ora con il quarto centro consecutivo in questa stagione di Lanini, al quale è bastato ‘sporgersi’ quel tanto per deviare alle spalle di Fumagalli il tiro non irresistibile di Nardi. Qualche avvisaglia che non era affatto finita lì, tuttavia, c’è stata subito perché il Messina non ha atteso il secondo tempo per lanciare un segnale ai giallorossi facendosi subito vivo dalle parti di Paleari.

La ripresa, poi, è stata un crescendo per i siciliani che hanno capito, minuto dopo minuto, di avere davanti una squadra stanca e offuscata, soprattutto incapace di guadagnare campo, come ha spiegato lo stesso Auteri davanti ai microfoni. Non ha pagato, questa volta, la scelta del tecnico di Floridia di ritardare i cambi, nonostante troppi uomini sulle gambe già dopo pochi minuti. Certo, le tante assenze per squalifica (Karic, Improta e Starita) hanno imposto all’allenatore tre alternative in meno, ma qualcosa per spezzare il ritmo ad un certo punto forse andava fatta, magari gettando nella mischia Talia al posto di uno stanchissimo Pinato.

Contro il Messina, qualcosa non ha funzionato anche in attacco, dove Ciciretti e Ciano non hanno estratto nessun coniglio dal cilindro. Troppo statici entrambi per fare male agli avversari che li hanno puntualmente ricacciati indietro non concedendo a nessuno dei due lo spazio e il tempo per una delle loro giocate.

Questa sera, senza girarci troppo intorno, la Juve Stabia contro il Taranto ha un ‘mini match point’, per usare una espressione tennistica cara a Gianni Clerici. Perché è pur vero che, anche andando a -9, qualche spiraglio può ancora esserci per i giallorossi, al netto dello scontro diretto in programma al “Ciro Vigorito”, ma le gare a disposizione per il Benevento dopo oggi saranno solo sette. Auteri, fin dal suo approdo nel Sannio, non ha mai parlato di promozione diretta, consapevole di avere davanti qualcosa in più di una montagna da scalare. I suoi meriti (enormi), però, sono sotto gli occhi di tutti perché anche l’attuale secondo posto solo a fino a dicembre era diventato un miraggio. Giorno dopo giorno ha ridato una identità al gruppo, non lasciando nessuno ai margini, ben consapevole che sarebbe stato necessario l’apporto di tutti per risalire. Inutile, ora, addentrarsi nell’analisi di quello che poteva essere e non è stato, magari affidando al tecnico di Floridia la squadra già a luglio. Meglio navigare a vista, come ha più volte detto Don Gaetano consapevole che guardare troppo indietro nel tempo o in casa d’altri avrebbe solo l’effetto di consumare preziose energie mentali.