La Rianimazione del nuovo Dipartimento di Emergenza e Accettazione (DEA di II Livello) dell’ospedale di Lecce è stata intitolata al suo fondatore, prof. Antonio Gismondi, nativo di San Lorenzello (Bn) ma trapiantato dal Sannio in Salento, all’età di 40 anni, per aprire una delle prime rianimazioni d’Italia nel 1966 (anno di apertura della disciplina anestesiologica in Italia).
La cerimonia d’intitolazione è stata preceduta da una conferenza di commemorazione aperta dall’Assessore alla Salute della Regione Puglia, Rocco Palese, dal Sindaco della Città di Lecce, Carlo Salvemini, dal Direttore Generale dell’ASL Lecce, Stefano Rossi, e dal Presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia salentina, Donato De Giorgi, intervenuti insieme agli ordinari di Anestesiologia e Rianimazione di Bari, Tommaso Fiore, e dell’Università del Salento, Luciana Mascia.
Presente all’evento anche il Direttore Generale dell’Azienda sanitaria regionale del Molise, Giovanni Di Santo, già sindaco di San Lorenzello, che ha voluto onorare l’operato dell’illustre concittadino in terra salentina. “Sono gratificato dall’aver toccato con mano l’affetto che Lecce ed il Salento hanno voluto tributare al nostro concittadino, il cui profondo radicamento nel nuovo contesto sociale è testimoniato dalla numerosissima e qualificata partecipazione all’iniziativa di commemorazione voluta dalla direzione aziendale e sanitaria salentina – ha commentato il dott. Di Santo – Il Prof. Antonio Gismondi getta oggi un ponte tra diverse regioni, unite dal comune sforzo di fornire servizi sanitari di sempre maggiore qualità ai propri assistiti coniugando assistenza, ricerca e formazione affinché la sanità meridionale riesca a portarsi sulla frontiera della conoscenza risultando attrattiva e all’altezza di rispondere ai bisogni di salute dei territori”.
Ricco e variegato il curriculum scientifico e professionale del prof. Antonio Gismondi, della scuola medica napoletana, avviato alla nuova disciplina anestesiologica all’ospedale americano presente in città nell’immediato dopo-guerra e poi in giro per l’Italia tra Pisa, Pescara, Gubbio, per poi approdare appunto in Salento.
Pioniere della medicina iperbarica e dell’applicazione di tutte le più moderne tecnologie al servizio di un reparto di rianimazione avveniristico per l’epoca, attivo nel generare evidenza scientifica (sua la prima descrizione dei gravi effetti tossici per l’uomo del pesticida Paraquat) e impegnato come libero-docente anche nella formazione infermieristica di area critica, nel trattamento del piede diabetico, oltre che nella promozione dei primi trapianti d’organo (con attività di sensibilizzazione alla donazione post-mortem) e a livello sociale come presidente del Rotary Club cittadino. Particolare la sua capacità di riuscire a valorizzare i talenti di tutti i suoi collaboratori, promuovendo la crescita professionale delle persone che gli erano accanto, ma soprattutto persona di grande umanità e dedizione agli ammalati. “Personalità come il nostro conterraneo prof. Antonio Gismondi devono esserci d’esempio e stimolarci a fare del nostro meglio per dare continuità e ri-attualizzare in forme diverse l’impegno quotidiano al servizio dei pazienti” – ha concluso il dottor Di Santo, che ha donato al reparto di Rianimazione di Lecce un quadro contenente l’atto di nascita del clinico sannita adottato dal Salento.