- Pubblicità -
Tempo di lettura: 4 minuti

Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa del Coordinamento No Triv Irpinia-Sannio: “Il Sannio e l’Irpinia sono diventate terra di conquista per speculatori e affaristi senza scrupoli. I territori vengono svenduti per pochi euro. Le nostre terre sono state prese d’assalto a partire dagli anni ’90 da attività lecite e illecite di smaltimento e conferimento di rifiuti. Proliferano a dismisura mega impianti eolici e le nostre montagne vengono deturpate permanentemente fruttando ai gestori degli impianti lauti guadagni. Altri grandi progetti quali l’Alta Velocità/Alta Capacità sono stati approvati con la scusa che renderanno il trasporto più rapido e vantaggioso per merci e persone quando invece penalizzeranno il “pendolarismo” studentesco e lavorativo con aumento dei costi e dei disagi.
In  questo scenario di vero e proprio  saccheggio, si innesta l’ulteriore ed energica  spinta  arrogante delle lobby petrolifere. L’Irpinia e il Sannio sono state già interessate dalle attività di ricerca e sfruttamento di idrocarburi a partire dalla fine degli anni ’50 fino agli anni ’90, attività che hanno contaminato le aree impegnate che oggi sono ancora interdette alla coltivazione di prodotti agroalimentari e sono ancora in corso opere di bonifica. In alcuni casi, i pozzi abbandonati sono diventati luoghi di sversamento di reflui provenienti dalle attività di estrazione di idrocarburi provenienti dalla Basilicata che hanno ulteriormente contaminato tali zone.

Ed ora è il turno della Delta Energy a mettere a frutto l’impoverimento delle nostre campagne, a guadagnare dalla devastazione dei nostri territori.
La società inglese ha presentato negli anni passati ben due progetti denominati : Case Capozzi e Pietra Spaccata, ) ottenendo tra l’altro già parere positivo in sede di VIA: nei mesi scorsi la multinazionale, incontrando i sindaci dei paesi interessati, ha dichiarato di voler restringere il perimetro delle aree sottoposte ad indagini preliminari- e quindi alla inevitabile perforazione di pozzi esplorativi, di cui il primo dovrebbe essere concluso entro il 2021!- a “solo” 8 Comuni di quelli originariamente individuati: Circello, Colle Sannita, Foiano in Valfortore, Ginestra degli Schiavoni, Molinara, Reino, San Giorgio La Molara, San Marco dei Cavoti.

Ma cosa ha promesso la società inglese? In un prolisso documento indirizzato al Presidente della Regione De Luca, che, è ben sottolinearlo, non ha  ancora provveduto a  firmare il documento d’intesa Stato- Regione richiesto dalla normativa né ha voluto incontrare i vertici dell’Azienda, la Delta Energy, oltre ad ostentare numeroni sui dati estrattivi e di compensazione economica, promette l’istituzione di un ente “beneficoche andrebbe a finanziare e supportare scuole, ospedali, a promuovere e commercializzare prodotti agricoli locali, a “mitigare” la disoccupazione giovanile, nei fatti a legittimare l’azione della Società sul territorio e a comprare il consenso della popolazione che lo vive.

Secondo le loro stime ottimistiche il Sannio in 20 anni dovrebbe produrre circa 15 milioni barili/anno. Ma che ne sarà dei nostri territori alla fine del ventennio? Se la sono posta la domanda i sindaci? Ce la poniamo noi e tutti quelli che vivono in e di questo territorio? Quali saranno le devastazioni sociali e ambientali? Dove  smaltiranno i reflui derivanti dalle attività estrattive particolarmente ricchi di sostanze inquinanti?       

A chi verrà ancora una volta ad “investire” nel nostro territorio (leggi devastare) di certo non interessa quali saranno le conseguenze sulle nostre vite quanto a gonfiare i loro già milionari portafogli. Di esempi di questo tipo ne abbiamo tanti, molto vicina è l’esperienza della massacrata Basilicata, il tanto sbandierato specchietto per le allodole dell’aumento dei livelli occupazionali generato dalle attività estrattive risulta sconfessato da una realtà ben diversa tanto che oggi è tra le regioni più povere d’Italia e che ha visto annientata buona parte del mercato agroalimentare (cosa che si ripeterebbe nella nostra regione).

 Quindi ci sembra chiaro come la ricerca petrolifera e la conseguente devastazione siano ingranaggi del Capitalismo, una macchina economica e sociale che produce strutturalmente colonialismo, devastazione, morte e che si regge sullo sfruttamento delle popolazioni e sull’indiscriminato utilizzo delle risorse naturali.

Non vogliamo essere i nuovi Hansel e Grethel della favola Capitalista. Per un pugno di dollari promessi non dobbiamo permettere di farli entrare nei nostri territori ne ora ne mai!

Per questo e molto altro il Coordinamento NO TRIV Irpinia-Sannio riunitosi presso il Centro Sociale Depistaggio a Benevento (che ricordiamo è sotto la minaccia di sgombero, unitamente alla Janara  Squat  da parte dell’intesa Prefetto- Sindaco- Questore) ha deciso di intraprendere  da subito una mobilitazione permanente che avrà inizio venerdi 21 dicembre, dalle ore 17, in piazza Federico Torre, con un presidio  di informazione e sensibilizzazione. FERMARLI ORA PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI! NON VOGLIAMO TRIVELLE NE’ QUI NE’ ALTROVE!”