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Benevento  –  Arriva un altro colpo messo a segno dalla Procura di Benevento. Dopo l’arresto nei giorni scorsi dei presunti autori dell’omicidio Improta e di quello del responsabile dell’omicidio Parrella, già condannato in primo grado, stamane la Squadra Mobile ha eseguito un ordine di custodia cautelare in carcere per Nicola Fallarino, 34enne di Benevento, già detenuto presso la casa circondariale di Napoli Secondigliano, perché ritenuto essere il promotore di un’associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti.

Fallarino è accusato del reato di omicidio aggravato in concorso nei confronti del 48enne Cosimo Nizza, avvenuto il 27 aprile del 2009 al Rione Libertà. Il Nizza venne raggiunto da tre proiettili calibro 7.65 esplosi a breve distanza, e che lo centrarono al capo, alla nuca e all’orecchio. Una vera e propria esecuzione, un “cold case”, che questa mattina pare aver trovato una soluzione anche grazie ai nuovi rilievi effettuati nel novembre 2018 in via Bonazzi dal Servizio Polizia Scientifica della Direzione Centrale Anticrimine e in particolare dall’UACV, unitá di analisi del crimine violento.

Grazie alle nuove indagini, ai rilievi della Squadra Mobile di Benevento, ad alcune intercettazioni ambientali e alle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, esterno al contesto criminale beneventano, si è giunti all’acquisizione di gravi indizi di colpevolezza nei confronti del Fallarino che con l’esecuzione dell’omicidio intendeva prendere possesso di una posizione di rilevanza all’interno della malavita sannita. 

L’esplorazione di alcuni aspetti, rimasti nascosti, sono stati possibili a seguito della misura cautelare eseguita il 20 luglio del 2018 proprio a carico di Nicola Fallarino, considerato l’elemento di spicco di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti molto attiva in città.

Uno dei personaggi più vicini al Fallarino – ha spiegato il capo della squadra mobile di Benevento Emanuele Fattori – si è lasciato scappare delle esternazioni sulla dinamica di quell’omicidio. Inoltre il Fallarino, in altre intercettazioni, provava a precostituirsi un alibi sconfessato da altri soggetti legati al mondo dello spaccio”.

Fattori spiega anche il movente dell’omicidio: “Il tutto risiede nella spartizione dell’aree di spaccio e su una diatriba relativa alla vendita esclusiva dell’eroina. Inoltre, tre giorni prima dell’omicidio, l’esercizio commerciale del Fallarino era stato raggiunto da alcuni colpi di pistola. Tutto ciò, insieme alla volontà di accreditarsi come vertice di un’associazione criminale, ha portato alla decisione di commettere l’omicidio”.

Le indagini intanto proseguono visto che sono stati raccolti molti elementi affinché si possa portare all’arresto del secondo uomo che ha materialmente commesso l’omicidio Nizza.

Nessun allarmismo ma nemmeno sottovalutazione, andiamo avanti per fermare l’ascesa della malavita nel Sannio. Lo dimostrano – spiega il Procuratore capo della Repubblica di Benevento, Aldo Policastro –  le varie operazioni condotte nel contrasto agli stupefacenti e per dare risposte agli omicidi efferati consumati in questo territorio che non è esente dalle infiltrazioni camorristiche nei gangli vitali dell’economia”.

Policastro cita, oltre che gli omicidi, anche la vicenda del racket delle viti in un territorio appena diventato capitale europea del vino e la condanna in via definitiva dei vari componenti del Clan Sparandeo. Ora resta alta l’attenzione sulla possibile ridefinizione del controllo sulle piazze di spaccio locali che hanno subito duri colpi grazie al lavoro sinergico delle forze dell’ordine locali.

NEL VIDEO LE INTERVISTE AL PROCURATORE ALDO POLICASTRO E AL CAPO DELLA SQUADRA MOBILE EMANUELE FATTORI