Il prossimo 5 ottobre ad Avellino e Benevento si terranno le elezioni per la costituzione dei consigli dei distretti Irpino e Sannita dell’Ente Idrico campano. È un momento importantissimo perché i nuovi organi saranno chiamati ad individuare la forma di gestione dell’acqua. In particolare i 78 sindaci della Provincia di Benevento hanno la grande responsabilità di scegliere se l’acqua deve essere a servizio del bene comune oppure regalarla ai grandi investitori privati e ed alle multinazionali francesi Suez e Veolia (socie di Acea spa). La legge 15/2015 stabilisce che è il consiglio di distretto a fare la proposta, che poi deve essere ratificata dal Comitato esecutivo dell’Ente Idrico campano.
“Rivolgo un forte appello a tutti i sindaci a presentare liste unitarie per l’acqua pubblica per restare padroni della proprie fonti, senza lasciarsi ammaliare dalle sirene della privatizzazione. Per questo motivo bisogna dire un no forte e deciso alla Spa costituita al 51% dal pubblico ed al 49% dai capitali delle multinazionali. Questa soluzione è contraria al referendum del 2011 e agli interessi dei singoli comuni che saranno costretti a comprare l’acqua a peso d’oro.
Papa Francesco ha dedicato un intero capitolo alla questione nell’Enciclica Laudato sì, stigmatizzando ogni processo di privatizzazione che tende a limitare il diritto all’acqua delle fasce più povere e deboli della popolazione. L’arcivescovo di Benevento mons. Felice Accrocca, insieme a tutti i Vescovi della Metropolia, sulla scia del ministero del Papa, ha pubblicato un bellissimo comunicato (http://www.diocesidibenevento.it/giornata-mondiale-dell’acqua/) in difesa del “bene comune per eccellenza, “che non può essere assoggettato alle logiche del mercato”.
Oggi l’acqua della provincia di Benevento è in grave pericolo, perché la privatizzazione avanza inesorabilmente. Le multinazionali sono determinate alla completa conquista del bacino idrico sannita e della diga di Campolattaro che, con i suoi 100 milioni di litri cubi di acqua e la capacità di erogare 2600 litri/secondo, costituisce uno degli obbiettivi più appetibili. Recenti studi ci dicono che lo “stress idrico” che sta colpendo il Sud del mondo, porterà anche l’Italia ad avere entro il 2040 una disponibilità della risorsa ridotta del 40%, a causa dei cambiamenti climatici che stiamo già sperimentando in tutta la loro drammaticità. La privatizzazione dell’acqua e le società per azioni non sono la soluzione alle crisi idriche scaturite dai cambiamenti climatici, come dimostrano le fallimentari gestioni di Gesesa Spa e di alto Calore Spa, che non rispondono al dettato del referendum del 2011. Bisogna guardare ad altri modelli ed a forme di gestione interamente pubbliche, per gestire l’acqua non come una merce, ma nell’esclusivo interesse del bene comune.
Invito con forza i Sindaci ad uscire allo scoperto e non cedere alle pressioni dei poteri forti nelle elezioni dei distretti Sannita ed Irpino. Altrimenti che fine faranno le gestioni pubbliche ancora presenti che, con tanti sacrifici di dipendenti ed amministratori, hanno assicurato la risorsa ai cittadini? Mi rivolgo in particolar modo ai 23 Sindaci che ancora hanno una gestione pubblica (Amorosi, Baselice, Campoli Monte Taburno, Casalduni, Castelfranco in Miscano, Castelvetere Valfortore Cerreto Sannita, Circello, Cusano Mutri, Dugenta, Fragneto Monforte, Fragneto l’Abate, Ginestra degli Schiavoni, Limatola, Moiano, Montefalcone Valfortore, Pietraroja, Puglianello, San Lorenzello, San Lupo, San Marco dei Cavoti, San Salvatore Telesino, Sassinoro) a mettersi insieme ed eleggere i propri rappresentanti per creare modelli di gestione partecipati e condivisi. È fondamentale che il sud dell’Italia difenda con i denti l’acqua che è la risorsa più preziosa di cui dispone, oggi è più che mai sotto attacco della finanza speculativa”.
Padre Alex Zanotelli
ABC- Acqua Bene Comune