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Come prevedibile nel Pd scatta l’ora dei ricorsi. E come prevedibile a muoversi è Giovanni Cacciano. “Fermate i lavori della commissione “Rainone” o vado in Tribunale” – la sintesi estrema della missiva inviata oggi all’attenzione della Commissione Regionale per il Congresso e di quella Nazionale.

E “Rainone” sta per Rita Rainone, coordinatrice della Commissione Provinciale per il Congresso nominata dal commissario del Pd Campania Francesco Boccia in accordo con Erasmo Mortaruolo (nelle sue funzioni, ora cessate, di Commissario della federazione sannita). Tra i compiti della Commissione, tra gli altri, rientra l’organizzazione del Congresso Provinciale, da celebrare entro la metà di febbraio. Prospettiva che di certo non può piacere a Cacciano che dal 14 gennaio si sente nuovamente investito della funzione di Segretario Provinciale del Pd Sannita.

Per Cacciano, come è ormai noto, il Commissariamento deciso da Letta lo scorso dicembre è da considerare nullo non essendo stato ratificato nei termini e nei modi indicati dallo Statuto Nazionale. E infatti già il 14, re-indossate le vesti di segretario, Cacciano convocava la Direzione Provinciale che eleggeva la Commissione per il Congresso (leggi qui), finalizzata allo svolgimento dei soli congressi Nazionale e Regionale.

Di tutt’altro avviso, però, era Boccia che poche ore dopo pubblicava sul portale istituzionale del Pd Campania la composizione di una seconda Commissione (leggi qui), quella poi che ha eletto coordinatrice Rita Rainone.

Atto “illegittimo” per Cacciano che nel suo ricorso accusa Boccia di aver agito “in maniera del tutto arbitraria e contraria alla lettera del Regolamento Nazionale”.

L’esposto, dunque, è “avverso la delibera di indizione del congresso provinciale, del 16.01.2023, emessa dalla illegittima commissione «Rainone» e la presupposta delibera di nomina della medesima commissione adottata dal commissario regionale, sen. Francesco boccia, Conosciuta in data 14.01.23”.

Quanto alle motivazioni, Cacciano ne riporta due: 1) il ‘provvedimento di commissariamento’ non è stato mai motivato, notificato né altrimenti comunicato ad alcuno degli organismi dirigenti della federazione provinciale di Benevento e meno che mai al sottoscritto, pertanto è giuridicamente inesistente; 2) Il ‘presunto commissariamento’ non è stato ratificato né discusso dalla competente direzione nazionale entro i necessari trenta giorni decorrenti dal 14.12.22 a tutto il 13.01.23, come previsto dall’art. 23 del vigente statuto nazionale del Partito Democratico.

La richiesta che Cacciano inoltra alla Commissione Regionale per il Congresso – ed in caso di mancato o positivo riscontro alla Commissione Nazionale per il Congresso – riguarda la “sospensione ad horas ed inaudita altera parte delle operazioni avviate dalla illegittima commissione provinciale per il congresso di Benevento, del tutto arbitrariamente nominata dal sen. Francesco boccia, concludendo per l’annullamento delle delibere impugnate”.

“Mi riservo, – conclude il ricorrente – in caso di mancato accoglimento o riscontro nei termini regolamentari, di adire la Magistratura ordinaria”.