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La Cgil con l’Associazione Libera ha discusso con gli studenti dell’Università sul tema del caporalato: il confronto, avvenuto nel pomeriggio presso la sede Universitaria di Vico I Trescene, è stato introdotto dal Rettore Gerardo  Canfora che ha illustrato i motivi che hanno indotto l’Ateneo ad ospitarlo: “formare cittadini responsabili e consapevoli. Quello  è il compito dell’Ateneo. L’Università deve porre elementi per crescere come cittadini”.

Il Rettore ha sottolineato come la diffusione del caporalato è tutt’altro che omogenea sul territorio nazionale: “secondo gli ultimi dati circa 300 mila non sono regolari, siamo nell’ordine del 36% in ordine nazionale. Le  leggi fanno fatica ad attecchire, poco più 6mila imprese hanno aderito a reti a fronte di 200mila”

Il segretario Provinciale della Cgil Luciano Valle ha detto: “Se andiamo a confrontare quello che accade nell’edilizia  Non riguarda solo l’agricoltura. i dati sono esattamente complicato e la modifica del codice degli appalti ha aggravato la situazione. La catena più debole sono i lavoratori. C’è una sorta di schiavismo moderno”.

Il referente dell’Associazione Libera Michele Martino ha spiegato: “è inammissibile che si lavori ma nello stesso tempo si continui a generare povertà.  Il caporalato è una mancata cultura di accoglienza di integrazione. E’ una forma di ingiustizia e sfruttamento”.

Il Sindacato  nella giornata di oggi ha anche associato alla discussione sul caporalato il tema della Autonomia differenziata, ovvero il progetto di legge governativo in discussione alla Camera, che vuole concedere nuove materie alle Regioni a Statuto Ordinario. La Cgil in particolare ha illustrato le posizioni sul futuro dell’istruzione regionalizzato e le ripercussione sulla qualità stessa dei servizi sul territorio meridionale.   Una carovana partita da piazza Roma per sensibilizzare i cittadini e lanciare un messaggio alla classe politica. Per la Cgil la riforma Calderoli potrebbe avere effetti negativi  in alcuni settori, come scuola, lavoro e sanità, soprattutto nelle aree interne come il Sannio.

Il segretario Valle ha spiegato: “Sollecitiamo tutti i territori sull’autonomia differenziata soprattutto in ambito scolastico. Nei territori deboli creerà effetti devastanti . Non possiamo rassegnarci a vedere giovani a d andare nel settentrione”