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Ponte, festa della vittoria elettorale del neo sindaco Antonello Caporaso. Tutto nella norma tranne qualcosa di diverso.
Una diversità lampante: un capannello folto di gente che acclama e abbraccia non virtualmente Francesco Maria Rubano. Mentre tra la folla si fa largo l’artista locale Nicola Pica che ha realizzato un quadro in cui il giovane deputato azzurro viene ritratto sorridente,  che viene chiamato dal neo primo cittadino sul palco per consegnarla.

L’opera – dichiara il maestro Pica – è stata realizzata con la tecnica della pirografa su legno, impreziosita con foglia d’oro 24 carati”.
È orgoglioso Nicola della sua opera, “sono identici” afferma con gli occhi che brillano. Mentre Lorenzo – che si presenta con vigore – aggiunge che “l’onorevole Rubano è uno di noi. Lui è uno semplice, sempre disponibile ad ascoltare i cittadini. È presente tra noi, specie dopo la sua elezione”.

Tra la folla che si accalca, tra un selfie e una fragorosa risata c’è chi avanza perfino un desiderio: “Onorevole vorrei invitarla a casa per pranzare con noi” dice un giovane cittadino. Il sindaco Caporaso ricorda ai cittadini che “l’Onorevole è stato l’unico esponente politico che ci è stato vicino giorno e notte. Mi chiamava quotidianamente per dare la sua disponibilità. Ci è stato vicino con il cuore e noi siamo qui per ringraziarlo. Gli saremo sempre vicino”, conclude Caporaso, che da figlio d’arte ne ha apprezzato anche il lato umano del deputato.
Quanto appare diverso tutto questo, diverso rispetto ai tempi in cui la politica era lontana, quando era affare di palazzi dal nome impronunziabili. I palazzi qui a Ponte hanno dimostrato di aver imparato a camminare e, nell’epoca del monopattino, hanno messo ruote per arrivare nelle province a raccogliere istanze e a dispensare risposte attraverso uno che, come Francesco, da millennial, la politica la vive come occasione per fare.
Si è vero, Ponte mi ha dato forza in campagna elettorale e io torno da questa gente con le orecchie ben tese per portare avanti un progetto disegnato insieme. La politica di Palazzo va benissimo – dichiara entusiasta Rubano – purché il palazzo lasci le porte aperte e resti al servizio dei cittadini. Allora io faccio “il facilitatore” raccolgo istanze e le traduco in risposte”.
L’applauso scatta spontaneo mentre l’artista ci chiede conferma dell’effettiva somiglianza tra l’onorevole e il suo ritratto, mentre Francesco rimane travolto in un bagno di umanità che fa davvero sperare. A Ponte, una percezione diversa della politica.