Tempo di lettura: 4 minuti

Riceviamo e pubblichiamo la nota ufficiale di Potere al Popolo in merito alla questione della presenza di tetracloroetilene nell’acquedotto di Benevento, in cui chiediamo le dimissioni della giunta comunale.

“Il Tetracloroetilene è una sostanza chimica utilizzata come sgrassatore industriale, molto dannosa per la salute: se ingerita può causare malessere e vomito, perfino causare perdita di coscienza, a contatto con la pelle o inalata ha effetti irritanti sui tessuti organici e diversi studi la associano ad un maggior rischio di contrarre il cancro: si tratta di un veleno che non dovrebbe trovarsi né nell’acqua, né nell’aria. Tutto ad un tratto, mezza Benevento si ritrova con una quantità tale di questa sostanza nel proprio acquedotto da richiedere lo spegnimento ed il divieto totale di usare l’acqua erogata dal sistema idrico per mezza città!

Il Sindaco Mastella subito si è allertato e ha convocato una riunione d’urgenza con la Prefettura, l’Arpac, l’Asl di Benevento e l’Artea srl, cercando di approntare un piano d’azione per ripristinare la potabilità dell’acqua cittadina: i vertici delle istituzioni, con la sola forza delle parole, hanno convinto l’acqua nei pozzi a tornare potabile già nella giornata successiva, rimuovendo il divieto con piena soddisfazione di tutti.

Peccato che l’Arpac da 16 anni ha cominciato a registrare nei pozzi di Campo Mazzoni e Pezzapiana valori di tetracloroetilene molto fuori dalla norma, non certo dall’altro ieri!

Non è infatti la prima volta che questa sostanza balza sotto ai riflettori della cronaca locale: nel corso degli ultimi anni più volte si è visto l’Arpac, la Gesesa e l’Asl di Benevento rilevare valori anomali e sempre più alti di tetracloroetilene nelle falde di Campo Mazzoni e Pezzapiana, per poi correggere velocemente il tiro e vederli improvvisamente ritornare nella norma, le cause ipotizzate dall’Arpac già al tempo furono addebitate a un possibile smaltimento di solventi industriali dalla zona industriale vicino alla stazione ferroviaria e dall’utilizzo massiccio di tetracloroetilene come sgrassatore dei binari ferroviari, oltre al fatto che i depuratori dei pozzi sembrano non essere in uno stato di manutenzione ottimale (è bene ricordare che è attualmente in corso un’inchiesta della Procura sulla gestione degli impianti di depurazione della Gesesa) che garantisca la potabilità dell’acqua.

Noi ci ricordiamo bene quale fu la reazione di Mastella quando comitati e associazioni di cittadini gli chiesero di intervenire: minaccio querele a destra e a manca!

Qui a Benevento la polvere va sempre nascosta sotto al tappeto, anche quando l’acqua diventa così velenosa da non poter essere utilizzata nemmeno bollita, perché potrebbe bruciare la pelle e gli occhi dei cittadini.

Noi di Potere al Popolo riteniamo che la gestione di questa faccenda sia stata scandalosamente negligente, crediamo che l’amministrazione locale e il sistema di potere che l’ha posta in essere siano gravemente responsabili di aver messo in gravissimo pericolo la salute dei cittadini, senza aver peraltro fornito risposte convincenti.

Esigiamo dunque le dimissioni immediate della giunta comunale ed invochiamo una grande mobilitazione popolare che pretenda delle risposte credibili a questioni ormai inderogabili: come mai ci sono da 16 anni picchi di inquinamento nelle falde della parte bassa di Benevento? Cos’altro deve combinare la Gesesa perché le venga revocata la gestione del servizio idrico? È davvero troppo chiedere a una giunta comunale di far sì che dai rubinetti non scorra acqua velenosa e corrosiva? Com’è possibile che vari organi di controllo segnalino per 16 anni una criticità del genere e le amministrazioni locali possano evitare di prendere qualsiasi provvedimento senza che la Prefettura intervenga? È davvero impossibile risalire alle precise cause dell’inquinamento progressivamente maggiore delle falde acquifere nostrane e porvi rimedio a monte? A noi non sembra così difficile in sedici anni di tempo, a meno che l’acqua non abbia di colpo cominciato a scorrere in salita”.