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Benevento – Il dramma di lavoro dei dipendenti della Società provinciale dei rifiuti è stato portato nuovamente all’attenzione della pubblica opinione nel corso di un incontro tra una delegazione di lavoratori e sindacalisti e il Presidente della provincia Claudio Ricci, Socio unico della stessa Azienda, e Domenico De Gregorio, Amministratore Unico di Samte. I 54 lavoratori sono a rischio licenziamento; la Società è in concordato preventivo e peraltro non può nemmeno accedere all’unico impianto produttivo esistente, cioé lo Stir di Casalduni, perché sotto sequestro da parte della Magistratura dopo l’incendio del 23 agosto. Intanto, la stessa Samte deve comunque provvedere alla costosa operazione di rimozione del percolato nelle discariche dismesse sparse prima del 2009 sul territorio provinciale dall’allora Gestione Commissariale rifiuti.

Presente per la Uil Cosimo Pagliuca e per la Cgil il sindacalista Antonio Tizzani che ha ricordato come i dipendenti siano in cassa integrazione da 13 settimane e che la situazione sia alquanto preoccupante. Un coacervo di problemi, vincoli, lacciuoli che rischiano di strozzare l’anello debole della catena: appunto i 54 dipendenti della Samte. Entro il 13 dicembre il Giudice fallimentare dovrà decidere il da farsi circa il possibile default aziendale, ma non solo non ci sono soldi in cassa, perché alcuni Comuni non pagano le tariffe. Ma bisogna anche provvedere appunto alla gestione delle discariche “post mortem”: in sostanza la Samte è sull’orlo dell’abisso ed il futuro di 54 Famiglie appare ormai segnato. Nubi nere al’orizzonte, dunque, per l’ennesima vertenza lavoro. I Sindacati si sono ancora una volta fatti portavoce della preoccupazione dei lavoratori e delle loro Famiglie ed hanno sollecitato un confronto con Ricci e De Gregorio.
 

Questi ultimi, che hanno dichiarato di non sentirsi controparte dei lavoratori, non hanno nascosto la verità: la situazione dell’Azienda è davvero drammatica e Ricci, che peraltro ormai è in scadenza di mandato (il 31 ottobre lascia il posto ad altro Presidente) ancora una una volta ha accusato senza giri di parola quegli Amministratori Comunali che non hanno provveduto a versare negli ultimi anni il dovuto alla Samte per oltre 7 milioni di Euro; contro chi, nonostante i finanziamenti portati sul territorio dalla stessa Provincia, non vuole il potenziamento dell’impianto Stir di Casalduni le cui lavorazioni dovrebbero riguardare non solo la frazione indifferenziata dei rifiuti; contro chi non vuole ripartire su tutti i cittadini campani la gestione delle discariche post mortem. Ricci ha poi detto ai lavoratori presenti che, se la Magistratura non concede di accedere all’impianto, non si capisce bene cosa lui possa fare per far ripartire le attività: il Presidente ha comunque assicurato che nelle prossime ore chiederà al Procuratore della Repubblica Policastro, di voler concedere l’accesso all’impianto almeno per poter riavviare i lavori di ammodernamento e per portare via i rifiuti combusti e le ecoballe ancora giacenti presso l’area sequestrata.

Una situazione critica insomma che richiederebbe una mobilitazione da parte della pubblica opinione e soprattutto l’intervento dell’Ato rifiuti che, secondo la legge regionale, è il soggetto che dovrebbe assumere la gestione di tutta la problematica gestionale dei rifiuti. Ma l’Ato rifiuti che ufficialmente esiste da 16 mesi, non ha mai fatto nulla di nulla. E allora? I Sindacati temono, lo ha detto Pagliuca, che con la crisi dell’Asia in Città e quella Samte si profilano tempi assai bui per tutti. E francamente questa prospettiva appare assai realistica.