- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Benevento – “Bisogna ridisegnare la geografia della Sanità beneventana. Meglio dirsi, capire cosa e dove si possa fare”.
Rosetta Rungi, candidata al Consiglio regionale tra le fila di “Alleanza di Centro”, torna a chiedere dignità per le Comunità e per i territori anche rispetto al profilo delicatissimo della tutela della salute pubblica.
Ebbene si, dignità. Perchè non è degno sperperare denaro pubblico in strutture, come quelle di Sant’Agata de’ Goti, Cerreto Sannita e Bartolomeo in Galdo per poi lasciarle quasi del tutto in uno stato di nulla utilizzazione.
Ed è vergognoso che la Giunta De Luca si sia spesa in cinque anni di chiacchiere facendo vedere la luna nel pozzo agli abitanti di questi territori illudendoli circa il fatto che le rispettive strutture ospedaliere sarebbero potute divenire eccellenze sanitarie.
Poli oncologici, Centri specialistici di eccellenza…solo chiacchiere puntualmente spese per illudere e raggirare le Comunità.
De Luca dica la verità, la smetta di creare false illusioni. La realtà è che nel Fortore, casomai si abbia un accidente che richiede un tempestivo intervento, si rischia di morire lungo il tragitto per Benevento.
Al Sant’Alfonso di Sant’Agata de’ Goti si viaggia in spazi spettrali, tra reparti chiusi e aree immense non utilizzate. Con personale di altissimo profilo che non riesce a fronteggiare, poiché numericamente esiguo, la domanda di assistenza.

Hanno annunciato come futuro immediato il Polo oncologico; la realtà, invece, dice che, anche a fronte di una banale slogatura, si è stati dirottati, da parte degli incolpevoli sanitari del Ps, verso il Rummo. E Cerreto Sannita, poi, continua ad essere sbandierata come prossimo riferimento specialistico di questa o di quell’altra branca.
Basta chiacchiere, caro Presidente De Luca. Basta raggirare, basta vendere slogan. Il nuovo Governo Caldoro porterà chiarezza anche rispetto a questo aspetto.
Si ascolteranno le Comunità, si comprenderanno le esigenze, non si prospetteranno cattedrali in ogni ospedale ma quei servizi che possano essere maggiormente necessari in quel contesto e che meglio si incastrino con le esigenze dell’offerta.
Basta millantare – 
chiude Rungi – ora è il tempo del fare. E, soprattutto, della trasparenza”.