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Benevento – La mobilitazione e la lotta si fanno sempre più dure. I lavoratori della Samte sono pronti a bloccare tutte le attività dell’azienda. Una scelta destinata, nel caso, a provocare conseguenze serie, considerato che non verrebbe più raccolto il percolato che fuoriesce dalle discariche post-mortem sparse sul territorio.

E’ quanto emerso dalla nuova mobilitazione dei dipendenti della società partecipata dalla Provincia di Benevento, senza stipendio da 4 mesi.

Oggi sono dunque scesi nuovamente in piazza e i sindacati hanno tenuto una Conferenza stampa nella Sala Giunta della Rocca, proprio accanto alla Sala del Presidente della Antonio Di Maria.

Lui stesso è stato additato dai sindacalisti e dai lavoratori come uno dei responsabili di questa crisi perché non avrebbe portato a termine la manovra, invero complicata, che aveva annunciato nelle sedi istituzionali del Consiglio e in Assemblea dei Sindaci per far fronte alla vertenza.

Ma Di Maria non è il solo esponente politico sotto accusa: contestati anche Pasquale Iacovella, Presidente dell’Ato, per i ritardi nella messa in funzione dell’organismo.

Nel mirino anche il Sindaco del capoluogo, Clemente Mastella, che aveva promesso la ricollocazione di alcuni dipendenti Samte presso la municipalizzata Asia, cosa poi non più avvenuta. Secondo i sindacalisti e i lavoratori si sarebbe trattato solo di una manovra elettoralistica e propagandistica.

Alla luce di tanto, secondo i manifestanti e i sindacalisti, la sola manovra possibile e consentita ai lavoratori è il blocco delle attività. Stamattina prima il sit in di protesta poi la Conferenza con i sindacati Uil e Cgil.

Giannaserena Franzè della Cgil  è intervenuta partendo dalla dislocazione dei lavoratori che sembrava cosa fatta in altre strutture del territorio campano: “La politica deve assumersi una responsabilità chiara. Vogliamo capire cosa sia effettivamente successo. C’era la disponibilità a farlo  poi la quadra non è stata più trovata. Ora le istituzioni non rispondono nemmeno più a telefono. E’ terminato il periodo di traccheggiare“. 

Michele Caso della Uil ha attaccato: “Eravamo arrivati al traguardo. Oggi ci troviamo con un notevole passo indietro. Questo era e resta un impianto strategico“.