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San Giorgio del Sannio (Bn) – Quello che sta nascendo sarà un San Giorgio del Sannio nuovo e profondamente rinnovato. Non per scelta della società che si è ritrovata improvvisamente a fare i conti con tante inaspettate partenze. L’essenza “locale” della squadra, costruita nel tempo, sta venendo apparentemente meno. Una ferita soprattutto per Gianluca Boniello, l’uomo che da cinque anni ha assunto l’onere e l’onore di guidare una delle società storiche e più longeve del panorama dilettantistico sannita.

Dispiace per alcune scelte, purtroppo questo calcio non da meriti e riconoscenze a nessuno“, non nasconde la propria amarezza il presidente, “da quando faccio calcio a San Giorgio del Sannio abbiamo ottenuto risultati positivi e abbiamo provato a coinvolgere le forze locali, un mio imperativo che continuerò a portare avanti fino a quando ne avrò la pazienza. I matrimonio si fanno in due e mi dispiace che ci sia questo esodo. Davanti alla volontà di provare nuove esperienze manifestata da qualcuno non posso fare nulla. L’esodo non è dipeso da me, chi è andato via ha deciso da solo di farlo e non è stato cacciato. Non ho mai cacciato nessuno, neanche quando qualcuno lo avrebbe meritato“.

Un boccone amaro che non ferma la macchina organizzativa: “La squadra si farà e sarà ai nastri di partenza del prossimo campionato. Abbiamo preso degli impegni che manterremo e porteremo avanti con i nostri valori. Cercheremo di svecchiare e ringiovanire la rosa per permettere ai giovani di crescere. Il calcio resta una fonte di socialità e di aggregazione per allontanare i ragazzi dalla strada, sarà questa la missione principale“.

Tanti cambiamenti partendo dalla panchina dove non siederà più Ciro Mauro. Da quest’anno alla guida del San Giorgio del Sannio ci sarà Carmine Zeoli. A lui Boniello ha deciso di affidare la “rinascita” della formazione impegnata nel torneo di Seconda Categoria. “Con il mister c’è intesa totale sul progetto, inviterei solo qualcuno a riflettere prima di parlare, a essere più razionale e meno cattivo“, prosegue il numero uno sangiorgese, “siamo in Seconda Categoria e quell’alone che si sta creando intorno alla squadra mi da enormemente fastidio. Qualcuno si sta divertendo alle nostre spalle, invito chi ha qualcosa da dire sul progetto a farlo, di certo non ci faremo abbattere dalle critiche. Le difficoltà ci sono dappertutto, tutti hanno scheletri nell’armadio e solo chi non fa non sbaglia. Vorrei giocarmela ad armi pari, non sono abituato a gettare fango sulla gente“.

Avanti, dunque, aggrappandosi agli aspetti positivi come quello di tornare finalmente a casa dopo un anno in “esilio” a San Nicola Manfredi. “Avremo la responsabilità di una struttura che, negli anni, ci porterà a fare progetti diversi, non solo legati alla prima squadra. Daremo attenzione alle persone che, allo stesso tempo, daranno attenzioni al San Giorgio del Sannio. Non c’è bisogno di pregare e convincere nessuno, preferiamo far parlare i fatti che raccontano di squadre sempre competitive. La società è solida, San Giorgio del Sannio resta un paese ambito da molti ragazzi, mi dispiace solo per questo esodo e per la mancata voglia di far parte di un progetto locale. Abbiamo cercato di coinvolgere i ragazzi del posto, continueremo a farlo anche nei prossimi giorni fino a quando non esauriremo la pazienza. I ruoli e i sacrifici fatti andrebbero rispettati, per questo mi sarei aspettato un atteggiamento diverso“.

Come quello dimostrato da due ragazzi che hanno deciso di legarsi ancora al San Giorgio del Sannio. “Le riconferme, al momento, sono quelle di Leone e Biele, ragazzi educati e rispettosi dei sacrifici fatti. Entrambi sono legati al progetto e hanno tanta voglia di ricominciare con la stessa maglia“, annuncia in conclusione Boniello, “premieremo chi avrà passione e voglia, d’ora in poi cambierà la musica e non permetterò più a nessuno di prendersi gioco dei sacrifici fatti. Mi aspetto riscontri positivi da chi ancora non ha dato risposta o non ha deciso. Due sono le ipotesi: si vuole maturare l’idea di restare con convinzione o si sta giocando al tira e molla. La prima sarebbe una bella cosa, significherebbe aver capito il valore degli sforzi fatti fino ad ora“.