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San Leucio del Sannio (Bn) – E’ stato trovato senza vita in un pozzo il corpo di Ernesto, 28 anni, recuperato nella cisterna nel primo pomeriggio di mercoledì dai vigili del fuoco del Nucleo Saf. E San Leucio del Sannio non si dà pace. La comunità del centro del beneventano alla notizia della morte del 28enne ha reagito con sgomento. I ragazzi, i compagni di avventura e gli amici, in queste ore stanno letteralmente inondando di messaggi di saluto, di affetto il suo diario Facebook.

Un grave lutto per il piccolo paese beneventano, una comunità sconvolta che non sa darsi una spiegazione. La tragica scomparsa ha lasciato tutti senza parole, ai funerali di ieri momenti intensi vissuti dai presenti per l’ultimo saluto ad Ernesto. Parole che trova invece a fatica il presidente della società sportiva del paese, Gaetano Varricchio. Frasi disperse in un mare di retorica, eppure utili a scaricare quel dolore che altrimenti sarebbe paralizzante.
“Questa tragedia mi addolora in modo particolare. Nello sgomento in cui è caduta l’intera comunità alla notizia della tragica scomparsa di Ernesto, non è lecito aggiungere nessuna parola che non sia l’espressione del profondo cordoglio e della sincera vicinanza alla famiglia e agli amici. Esprimo la mia personale vicinanza e quella a nome di tutta la società del San Leucio. La nostra squadra è composta per lo più da ragazzi locali e quindi tutti lo conoscevano e tutti hanno qualche storia da raccontare. Queste disgrazie ti toccano molto. Tutti ci chiediamo cosa possa essere accaduto ma nessuno di noi sa darsi una spiegazione. Di fronte a quanto accaduto ogni genitore si sente coinvolto, ogni insegnante si sente in dovere di chiedersi cosa è sfuggito, quali segnali non ha colto. È fitta la rete di punti di aiuto per chi è in difficoltà e spesso, sempre più spesso, si trova a non poter far fronte al ‘male di vivere’. Non voglio sponsorizzare la mia attività, ci mancherebbe, però penso che la scuola calcio, o qualsiasi altra iniziativa sono quelle che ti possono aiutare nelle difficoltà che la vita ci mette di fronte. Questi progetti, possono dare un sostegno a giovani e adulti che non ce la fanno ad andare avanti, una sponda anche per le famiglie e i genitori che vogliano avere un interlocutore affidabile con cui sfogarsi e al quale confidare le paure. Ma purtroppo siamo accecati da altro, ognuno pensa a se stesso e mi dispiace dirlo ma il mondo sta andando a rotoli. La maggior parte dei ragazzi che alleno, – conclude Varricchio -, sono suoi coetanei e quindi c’è molta tristezza, io sono addolorato ancora più di loro per quello che si poteva fare e non si è fatto”.