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Vitulano (Bn) – Continuano le indagini per stabilire la dinamica dell’incidente nel quale ha perso la vita Antonio Cusano, il 35enne di Vitulano, che, mentre percorreva a bordo della sua moto la via Tiburtina Valeria, è deceduto dopo l’impatto con un’auto all’altezza di Tufo, frazione di CarsoliAntonio finisce fuori strada e poco dopo muore in ospedale a causa delle ferite riportate. Alla guida dell’auto auto pirata una donna originaria di Roma e residente a Pescorocchiano, la quale, attraverso il suo legale, l’avvocato Roberto Verdecchia,  si è difesa dicendo di non essere responsabile dell’incidente e di non essere fuggita. Su di lei, indagata per omicidio, pesa però l’accusa di omissione di soccorso.

Raffaele Scarinzi, avvocato a difesa della famiglia Cusano, ha fatto il punto della situazione dopo il tragico evento. “Nulla potrà riportare in vita Antonio, potrà però essere ferita una seconda volta la sua memoria e il dolore dei parenti. Non c’è voglia di vendetta da parte della famiglia verso chi ha ritenuto di allontanarsi dal luogo in cui si era determinata la morte di un ragazzo. Appare però disumano contrapporre a questa la rottura di uno specchietto. Offende l’intelligenza affermare di essersi allontanati dal luogo del sinistro i metri giusti per non scorgere niente e nessuno. Non l’altro motociclista che aveva lasciato la sua moto in strada per soccorrere l’amico. Non l’ambulanza e l’elicottero sopraggiunti in pochi minuti. L’unica ripresa di coscienza cinque ore dopo il fatto, per denunciare ai carabinieri di un’altra provincia un incidente stradale, non collegato a quello ormai su tutte le cronache. Poi la certezza dell’impunità nel continuare l’uso normale dell’auto, fino alla sua scoperta in una ricerca improbabile, di cuore, da parte degli amici centauri. Signora lei è già perdonata, ci risparmi però il resto”.