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Vitulano (Bn) – Nel centro storico di Vitulano in un antico monastero, vive il punto di riferimento dell’olivicoltura sannita.
Precisamente nel casale dei Fuschi, tra i più antichi della valle vitulanese già palazzo nobiliare della famiglia Abbamondi (donata negli anni ‘80 alle maestre pie filippini che hanno svolto l’attività di asilo per bambini fino al ventennio scorso) oggi è un punto di riferimento dell’olivicoltura.
L’idea che va avanti da un paio d’anni – ci spiega il fondatore del progetto l’agronomo Sebastian Limata insieme ai neo dottori agronomi della valle vitulanese: Giuseppe Martone e Donato Spitalettal’idea è di dare visibilità ad una coltura che sta perdendo sempre più piede e che in realtà potrebbe essere la “salvezza” del nostro territorio. Mi spiego meglio, oggi molti giovani abbandonano la propria terra spesso non per mancanza di lavoro, ma perché non viene dato il giusto prezzo al proprio lavoro. Perché?? Semplicemente perché non è stato fatto un lavoro di qualità sull’olio come è stato fatto col vino, eppure l’olio vale molto di più, si può esportare più facilmente, e come sud Italia lo produciamo in quantità minore di aziende; di conseguenza bisogna far capire ai più piccoli le grandi potenzialità che abbiamo.
Per questo motivo, il monastero è stato diviso in una parte storica, dove sono presenti quadri di persone illustri del territorio affiancati da QR code in modo da dare possibilità col proprio smartphone ad accedere a pagine descrittive; e una parte didattica dov’è presente un vero e proprio laboratorio e con della pasta di olive si riproduce la molitura, per poi centrifugare acqua e olio spiegando principi fisico-chimici, rese, qualità organolettiche, visita al microscopio di foglie e principali parassiti, etc.
Alla fine è stato fatto un test in modo da premiare i più bravi, per poi passare all’assaggio di olio novello su bruschetta”.