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Apice – La pazienza ha un limite i cittadini di Apice, alcuni in particolare, non ne hanno più. Esiste una zona, denominata “Castiglione”, che è stata sovente oggetto di visite di malintenzionati. E allora è scattata la richiesta di installazione delle telecamere di videosorveglianza. Richiesta caduta nel vuoto perchè non c’è stata risposta da parte dell’amministrazione. E allora gli stessi hanno deciso di rompere gli indugi e prendersi carico dell’acquisto di questi deterrenti, da donare al Comune e alle Forze dell’ordine. Sarebbe una notizia eccezionale se ci fosse stata la vera consegna. Il problema è che, invece, queste telecamere sono rimaste in uno sgabuzzino perchè non c’è stata alcuna risposta alla raccolta firme, al preventivo tecnico e al protocollo presentato al Comune. E allora è servito fare un altro step e cioè inviare una lettere al prefetto di Benevento, il dottore Cappetta, per chiedergli di intervenire.

Gentile Prefetto di Benevento Antonio Cappetta – così recita la missiva – le scrivo queste righe per informarla di una iniziativa di quartiere sorta ad Apice nell’estate del 2018, in zona comunemente denominata “Castiglione”, che ha riscontrato una buona partecipazione degli abitanti a tal punto da decidere di acquistare a spese dei cittadini una serie di telecamere a rilevazione targa e videosorveglianza da donare al Comune di Apice e alle Forze dell’ordine locali; uno strumento in più per far fronte ai ciclici furti che purtroppo interessano il quartiere. Dopo un incontro degli abitanti di quartiere, avvenuto in una abitazione privata, nel mese di settembre 2018, si è proceduto alla raccolta firme, a un preventivo tecnico per i punti di videosorveglianza e al protocollo presso il Comune di Apice della proposta. Ebbene, dal 13 novembre del 2018, giorno in cui è stata protocollata la domanda-iniziativa a firma di circa 50 cittadini, sono trascorsi più di 160 giorni senza ricevere alcuna risposta, né un sì né un no: un fatto increscioso che sottolinea la distanza comunicativa e la noncuranza di un’amministrazione pubblica che invece dovrebbe porre al centro dell’attività politica il rispetto del cittadino. Pertanto, il sottoscritto Michele Intorcia, nato ad Apice il 04-06-1982, residente a Portoferraio, Isola d’Elba, docente di Lettere e giornalista-pubblicista, nonché promotore e portavoce dell’iniziativa, chiede, gentilmente, un suo intervento in merito alla vicenda accaduta“.

Da questa missiva sono passati altri dieci giorni e la rabbia monta sempre di più. Apice, va ricordato, è uno dei comuni che andrà al voto per rinnovare l’amministrazione all’imminente tornata elettorale.

E’ assolutamente vergognoso e irrispettoso nei riguardi dei cittadini che non ci sia stata risposta, positiva o negativa, dopo oltre ormai 170 giorni – così inizia la dichiarazione, Michele Intorcia, promotore dell’iniziativa. Avrebbero dovuto rispondere dopo un massimo di 30 giorni e non lo hanno fatto ma non mi meraviglio, purtroppo: in termini di rispetto di certi diritti, siamo veramente indietro. Ho letto poi con particolare attenzione uno degli slogan posti sul manifesto della lista “Per Apice”, l’attuale lista di maggioranza:Per Apice è una lista civica che pone al centro del suo programma “I Cittadini” con l’obiettivo di far fronte alle loro esigenze e necessità, migliorandone il benessere”. Purtroppo siamo di fronte all’ennesima e banale demagogia, visto che né l’attuale sindaco né altro rappresentante in seno alla maggioranza hanno tenuto conto delle esigenze di queste famiglie e cittadini“.