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Benevento – Per tecniche efficaci di reazione alle avversità rivolgersi a Francesco Forte. Il modo in cui ha superato l’ostacolo emotivo di un rigore fallito sullo zero a zero può trovare tranquillamente spazio in un manuale di settore. Non si è perso d’animo, ha atteso una nuova occasione e l’ha capitalizzata immediatamente intuendo la direzione del cross di Masciangelo con largo anticipo per centrare la porta di Turati. Neppure il vantaggio gli ha dato un senso di appagamento. Lo sguardo serioso e la mancata esultanza sono subito sembrati sintomi di chi avrebbe fatto di tutto per gettare ancora più sabbia sull’amaro penalty di inizio partita. E allora giù di sciabola: un’altra rete a fine primo tempo (annullata), un’altra ancora per una nuova reazione (parola che deve stargli a cuore) al pari del Frosinone, da vero rapace, dopo aver cercato il dialogo con La Gumina. E lì sì, l’esultanza non è riuscito a trattenerla,  la pinna è andata su e si appresta ora a tornare a far capolino nella Laguna veneta, stavolta con intenzioni diametralmente opposte rispetto a qualche mese fa. Tutt’altro che amichevoli. 

Sabato pomeriggio farà visita al suo passato. A Venezia ha vissuto una stagione da protagonista conquistando la serie A attraverso i play off. Quindici gol in 38 presenze, il cuore dei tifosi pienamente conquistato, la festa per i canali della Serenissima. Non sono cose di poco conto, come lui stesso ha tenuto a sottolineare: “Gioco per provare emozioni, tornerò in un luogo che me ne ha date tante. Sì, sarà una gara particolare“. E il Venezia ha provato a riprenderlo, Forte. O almeno ci ha pensato seriamente. Il presidente Niederauer, a inizio agosto, confidò di avere un filo diretto con la punta giallorossa: “Ci sentiamo ancora, siamo in buoni rapporti. Credo che se fosse rimasto la situazione sarebbe diversa ma non ci sono spiragli sul fatto che il Benevento lo lasci tornare”. Una porta chiusa, quella di via Santa Colomba, a cui è stato posto divieto di bussare.

Troppo importante Francesco Forte per un progetto tattico che nel frattempo ha pure cambiato forma passando dal 4-3-3 al 3-5-2, ovvero da un tridente con sbocchi sugli esterni offensivi a un tandem che finirà per valorizzare ulteriormente le caratteristiche dello Squalo. L’intesa con La Gumina migliora, fermo restando che gli spunti di dialogo andranno necessariamente allungati rispetto all’ultima uscita con il Frosinone. E con l’innesto di Simy potrà dotarsi di una spalla fisica che consentirà di variare gioco in base alle caratteristiche dell’avversario e ai momenti della partita. Ciano, Simy, La Gumina: tutti uomini da far ruotare intorno a lui, punto fermo indiscutibile. In Veneto hanno già alzato il livello d’allerta.