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Benevento – Un pomeriggio tra musica e teatro si è svolto presso la Sala del Centenario del Convento delle Grazie al viale San Lorenzo di Benevento. Il giornalista e saggista Mario Pedicini ha ripercorso, davanti a un pubblico attento, la storia, il significato e il peso specifico dal punto di vista artistico e filosofico di un’opera del maestro del melodramma italiano Giacomo Puccini, “Il Tabarro”, su libretto di Giuseppe Adami. Questa sua Opera, rappresentata per la prima volta nel 1918 a New York, fa parte di un trittico ed è di grande potenza espressiva richiamando con forza un discorso assai complesso sulla morte che si sviluppa nell’arco delle tre opere. Il Tabarro però non segna il trionfo di un pessimismo a tutto tondo, anche se l’atmosfera autunnale e cupa potrebbe far apparire come tale l’intenzione dell’Autore: perché alla fine la vita vince nonostante tutto. Lo spunto drammaturgico del Tabarro, che riprende un’opera di Didier Gold, è la storia di un omicidio sotto un ponte della Senna a Parigi: movente è la gelosia. La vicenda ha per protagonisti gli ultimi dell’umanità, la periferia del mondo dove a dominare sono le passioni in un dipinto che è quasi un reportage di cronaca nera. La serata nella Sala del Centenario è stata dunque un omaggio a Giacomo Puccini, una star della musica ante litteram, un autore di fama straordinaria nel mondo, uno dei più importanti compositori Italiani di tutti i tempi, Puccini è una delle maggiori figure dell’opera Italiana tra il XIX° e il XX° secolo, colui che ha cercato di rompere il vincolo con la corrente “verista” prima e con la “dannunziana” poi  per dar vita a un nuovo stile personale tutt’oggi apprezzato e celebrato.

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