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“Ben venga l’ottimismo evidenziato sul sold out per Pasqua nelle strutture ricettive di Benevento e l’adozione di un logo per un brand mai nato, ma non si può nascondere l’assordante silenzio su quanto sta accadendo di molto preoccupante nel Sannio, sempre più sconcertante a livello turistico-culturale”. Inizia così la nota a firma di Rito Martignetti, responsabile di Isidea. 

“Il dinosauro Ciro – aggiunge – è volato in Giappone fino al 18 giugno, i migliori reperti isiaci (statue di Domiziano e Iside pelagia) sono stati prestati per una mostra presso la Domus Aurea a Roma fino al 2024, l’Hortus Conclusus rimane chiuso per restauro, l’Arco di Traiano è interessato da contestati lavori di “valorizzazione”, la Chiesa UNESCO di Santa Sofia non si vuole restituire alla storica gestione del Museo del Sannio, su Piazza Cardinal Pacca incombe un progetto di Front Office Turistico in un’area archeologica di 180 mq , il Parco Cellarulo è senza un progetto di recupero, così come Villa dei Papi e l’ex Tabacchificio (potenziali sedi di una “città congressuale”), la statua di Diomede rimane imprigionata nell’androne della Rocca dei Rettori, i preziosissimi affreschi di piazzetta Sabariani forse sono già scomparsi… 

In provincia, per fare un solo esempio eclatante, il Vaso di Assteas lascia Montesarchio fino al prossimo 30 luglio, per deliziare i turisti paganti del Museo Nazionale di Roma.

Ad inizio del 2022, ISIDEA aveva chiesto all’Amministrazione Mastella di assicurare a Benevento il ritorno ad una “democrazia del dialogo”, in particolare per la valorizzazione e la cura dei suoi preziosi beni culturali. In attesa dell’attivazione degli Organismi previsti dall’art.74 dello Statuto comunale e dello scomparso Regolamento per l’Amministrazione condivisa dei Beni Comuni, si proponeva una “chiamata alle Arti”, per il coinvolgimento delle più attive e creative menti del territorio nei progetti strategici (PICS, PNRR), a virtuoso supporto dei tecnici della struttura comunale. Il tutto per scongiurare una “città degli umarells”, esclusa da qualsiasi decisione.
Risultato: la ostinata e sprezzante comunicazione istituzionale di progetti già definitivi e intoccabili.
Arrivati a questo punto di non ritorno, ISIDEA chiede alle altre Associazioni di fare responsabilmente Rete e di organizzare autonomamente gli Stati generali della Cultura, in cui ricercare le strategie operative per salvaguardare il loro di diritto di partecipazione e di amministrazione condivisa”.