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Il futuro nelle aree interne arriva prima”. E’ stato questo il tema approfondito nel corso di un incontro promosso dall’Università degli Studi del Sannio nel Rettorato con la partecipazione degli studenti delle scuole superiori. Il Sannio in 20 anni ha perso circa 20 mila residenti; del resto le aree dorsali del Mezzogiorno registrano dati altrettanto drammatici e l’Istituto Nazionale di Statistica parla ormai da tempo di “inverno demografico” rispetto a questa situazione. 

L’università del Sannio ha voluto affrontare con i ragazzi questa pesante criticità dei territori interni per far emergere quello che sta accadendo e individuare se esistono  possibili misure che possono contrastare il fenomeno. Mancanza di servizi e opportunità lavorative, sono i punti deboli  che affliggono le aree interne rendendole poco attrattive e favorendo la fuga dei giovani verso altre realtà.

Graziella Sorgente, docente dell’Itis Lucarelli, una delle scuole che registra un gran numero di studenti, ha sottolineato come l’incontro degli studenti con l’Università su queste problematiche possa essere utile: “E’ necessaria la collaborazione tra le istituzioni e soggetti privati e i giovani  per contrastare il fenomeno dello spopolamento”

Il Rettore Gerardo Canfora ha esortato i ragazzi: “Perché scappare alla ricerca della felicità? Occorre puntare sull’ efficienza e sulla valorizzazione  su ciò che abbiamo intorno a noi”. Canfora ha poi concluso: “Le aree interne sono una risorsa che dobbiamo scovare,  valorizzandone le ricchezza”. Il Pro Rettore Giuseppe Marotta ha spiegato: “E’ debole il capitale umano ma sono deboli anche le istituzioni. Occorre un forte impegno come supporto tecnico. E’ importante un piano di sviluppo. Puntare sull’economia di prossimità, sul turismo  esperienziale che permette di connettersi a livello umano, emotivo”. Quindi un appello alla politica: “Si puntava tutto sull’unione dei comuni, anche perchè un singolo comune non è in grado di reggere la sfida dell’inverno demografico”. Angelo Moretti, Presidente della Rete “Sale della Terra” ha sottolineato: “Il welfare delle aree interne deve essere attrattivo di nuova residenzialità ed essere plurale. Occorre immaginare forme nuove di coesione sociale.  Il Sannio dovrebbe essere un nuovo presidio di welfare rurale”.