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Benevento – Raccapriccianti i dati sulle ludopatie nel Sannio e sulle implicazioni penali delle malattie da gioco d’azzardo. E’ quanto emerso nel corso del Convegno su “Sovraindebitamento: Profili Sociali, Giuridici e Fiscali“, organizzato dall’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili della Provincia di Benevento, presso il Teatro De Simone.

Le finalità del Convegno erano quelle di creare una rete istituzionale per intervenire concretamente sulla terribile esperienza del sovra-indebitamento che attanaglia molte famiglie sannite e dare un aiuto a coloro che vivono una situazione di grave difficoltà economica. Al di là delle discussioni di ordine tecnico–fiscale, la presenza di autorità, magistrati, rappresentanti delle Forze dell’ordine e dello stesso Prefetto, Francesco Cappetta, hanno fatto emergere in tutta la sua asprezza un dato allarmante sulla qualità della vita sul territorio.

Proprio il Prefetto ha detto di essere stato profondamente e dolorosamente colpito dai dati emersi durante la recente riunione del Comitato per l’Ordine e la sicurezza pubblica che si è svolto presso la Sala Consiliare di Sant’Agata de’Goti. Il rappresentante del Governo ha detto che stentava a credere che nella sola Valle Caudina il giro d’affari delle scommesse è pari a 30 milioni di Euro e che un Comune della stessa zona, abitato da circa 2.000 persone, “produce” ben 1,5 milioni di Euro di scommesse. I dati di questa vera e propria ludopatia, sono stati confermati da Fabrizio Russo, Presidente dell’Ordine e promotore della giornata di studi, il quale ha evidenziato come il giro d’affari provinciale delle scommesse è pari addirittura a 154 milioni di Euro, cioè quanto sono costati, ad esempio, la Fortorina o alcuni chilometri di linea ferroviaria ad Alta Velocità oppure un ospedale con un buon numero di posti letto.

Il problema non ha solo implicazioni di ordine psicologico o addirittura psichiatrico; il guaio vero, come è emerso nel corso del Convegno, è che la ludopatia si trascina inevitabilmente dietro il fenomeno tragico dell’usura e degli “strozzini” o “cravattari”, cosiddetti perché azzannano alla gola quanti hanno bisogno di denaro fresco da investire nelle scommesse, Denaro che pagano a prezzi elevatissimi per gli interessi esorbitanti, e tali comunque da far perdere loro tutte le residue sostanze materiali e immateriali. C’è chi è costretto a pagare interessi anche superiori al 70% per la restituzione delle somme avute in prestito. Da qui gli strani passaggi di proprietà di piccole e grandi aziende artigiane o di punti di vendita commerciali.

Lo strozzinaggio è un reato gravissimo e un vera e propria emergenza sociale nel Sannio, dove, però, come ha ammonito il Procuratore della repubblica, Aldo Policastro, non viene denunciata che in piccola parte dalle vittime. E’ troppo alto il timore di vendette da parte degli usurai, veri e propri criminali facenti parte della camorra e comunque espressioni della criminalità organizzata. Alla denuncia si è associato il Questore, Giuseppe Bellassai. Ad introdurre il Convegno il presidente dell’Ordine dei Commercialisti  Fabrizio Russo che ha sottolineato come i suicidi o tentati suicidi causati da gravi problemi economici sono dovuti a una perdita di posti di lavoro: “Sono 878 e sono numeri che fanno rabbrividire. I soldi che vengono giocati creano perdite enormi di circa 154 milioni di euro“. Sulla piaga dell’usura: “E’ un fenomeno  sottotraccia in questa provincia“.

Il Prefetto, Aldo Policastro, ha rimarcato come il fenomeno dell’usura  non assuma in provincia implicazioni allarmanti: “Questo non è un bene. Occorre denunciare“. Anche se il Prefetto ha riconosciuto come la norma  sia un po’ complessa e a suo giudizio insufficiente su questa materia: “Occorrono leggi restrittive capaci di saper indagare“. Il Questore Bellassai, infine, ha parlato di un reato subdolo, quello dell’usura, confermando che il numero delle denunce è ancora molto esiguo.