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Il consigliere comunale del Pd, Marialetizia Varricchio, è tornata sul tema che ha tenuto banco nelle ultime ore con una nuova nota stampa che va a rispondere a quella scritta e divulgata ieri dall’assessore alla Cultura, Oberdan Picucci. Di seguito ne riportiamo il testo integrale.
 
“Il nostro era un ragionamento orientato in generale, non certo un attacco frontale. Ma ci rendiamo conto di aver urtato la suscettibilità di qualcuno. Qualcuno cui hanno assegnato una carica, convincendolo di avere una responsabilità, di prendere decisioni, di essere titolare di deleghe e, soprattutto, di esercitarle in piena autonomia. Così ogni tanto, per compiacere chi gli consente di farsi immortalare sui palchi, sente il dovere di intervenire. Una pratica davvero ammirevole. Come quella di dare, ogni tanto, un segnale della propria esistenza. Grazie a cotanta tempestività, scopriamo che a Benevento esiste un Infopoint turistico. “Locali messi a disposizione dal Comune in via Traiano”. Uno sforzo immane, che non può non essere apprezzato. Di sicuro frutto di politiche accuratamente pianificate. Ci avranno lavorato per mesi, qualcuno non ci avrà dormito la notte. Una svolta. Una scelta strategica che presto invertirà la tendenza. Come, siamo ancora ultimi in classifica? Colpa di quelli di prima. Gli studi di Unioncamere? Mistificazioni dei comunisti. Tutti invidiano la nostra oasi felice. La formula del Panem et Circenses da noi funziona a meraviglia. Il ruotino panoramico, il calcio in culo longobardo? Margaritas ante porcos. Le critiche degli operatori del settore? Frustrati radical chic. Si rassegnassero, da queste parti è in atto una vera e propria rivoluzione culturale. A novembre gli Stati Generali della Cultura. Anzi no, a gennaio. Di quale anno? Non importa. Più poi che prima, ma ci saranno. Il tempo di convocare gli Stati, i Generali ce li mettiamo noi. Stavolta sono in campo quelli giusti. La politica del fare, mica quella degli annunci. Abbiamo riaperto i teatri. Al De Simone, per esempio, abbiamo ripristinato la discoteca. Quelli di prima avevano osato toglierla. I lavori li hanno cominciati loro? Pazienza. Siamo noi a tagliare i nastri. Se ne facciano una ragione. La città vuole questo. I nostri banchetti pullulano di gente. Sono solo beneventani? E che ce frega. Siamo gli inventori del turismo interno: dai rioni al Corso Garibaldi, in fondo, è pur sempre una trasferta”.