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Caserta – Non si è fatta attendere la replica del direttore della Reggia Mauro Felicori all’articolo pubblicato da questa testata nei giorni scorsi sulla presenza di un arbusto cresciuto indisturbato sul cornicione di una delle facciate interne del palazzo Vanvitelliano.

“L’arbusto fotografato – commenta Felicori sulla sua pagina facebook – sta in un ambito ancora da restaurare. In autunno i lavori arriveranno anche lì“.

Nessuno sperpero di denaro pubblico, tiene a sottolineare il direttore, considerato che i finanziamenti ottenuti  dalla Reggia dopo il crollo di una elemento lapideo dall’ultimo ordine della facciata esterna avvenuto nell’ottobre del 2012, sono stati divisi in lotti di interventi e che il prossimo provvederà a completare l’opera. Finanziamento, deciso sul finire di gennaio 2013  (all’epoca si parlò di 22 milioni di euro) in piena direzione Reggia targata Paola David, che prevedeva la messa in sicurezza e restauro dei prospetti interni ed esterni della Reggia entro giugno 2015.

Ad oggi gli interventi hanno provveduto al restauro della facciata esterna lì dove si era verificato il cedimento, l’intera facciata lato Parco e due dei quattro cortili interni al Palazzo.

Di fatto il cortile dove l’arbusto fa mostra di se è proprio quello che accoglie i turisti in ingresso alla Reggia e che ha visto restaurate solo due facciate su quattro, in attesa che il prossimo lotto di finanziamento Mibact completi l’opera, anche all’altro cortile per intero e alla facciata lato Flora.

Interventi straordinari decisi dallo Stato ben prima dell’arrivo di Felicori a Caserta, e che oggi, a distanza di cinque anni, ancora attendono di essere completati.

E seppure la lentezza burocratica assume responsabilità evidenti sui ritardi dei lavori urgenti, è sempre dalle pagine di facebook (alle quali Felicori ha affidato il suo sfogo contro la “falsificazione” delle notizie e la richiesta di rettifica) che arrivano applausi all’operato del direttore, foto e ulteriori denunce, e suggerimenti al manager bolognese. Tra questi il commento di Nando Astarita, cultore di storia e amministratore della pagina “Reggiando … e dintorni”  tra le più seguite della città: Legittima la levata di scudi a tutela della gestione finanziaria della Reggia- scrive Astarita – Tuttavia, a mio parere, sarebbe stato al contempo opportuno assicurare che, a prescindere dai prossimi ( ?) lavori che interesseranno quella facciata, in ogni caso si sarebbe SUBITO provveduto ad eliminare lo sconcio segnalato. E ciò perché oltre ad offendere la vista, con intuibili negative considerazioni di chi osserva, è soprattutto evidente che sta procurando seri danni da infiltrazioni d’acqua, e salvaguardare il monumento è doveroso a prescindere da burocratismi vari. E ciò senza dire che sarebbe stato apprezzabile se, nel corso dei lavori effettuati, qualche responsabile avesse preso l’eroica decisione di far estirpare quella pianta dal tetto, visto che non è cresciuta certo in una notte”.   

A questo non sarebbe male aggiungere semplici pannelli oscuranti, utilizzati in quasi tutti i cantieri ad alta visibilità, che eviterebbero la visione di transennamenti instabili e facciate malmesse ai tantissimi visitatori che la gestione Felicori ha pure catalizzato alla Reggia e che poco sanno di lotti di finanziamenti, lentezze burocratiche, e responsabilità di sorta.