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Agro Casertano –  “Metteremo in campo tutte le iniziative possibili, comprese quelle di natura legale, perché ci sono molte inesattezze in ciò che hanno dichiarato i rappresentanti del Comune di Santa Maria la Fossa”.

E’ quanto spiega Gianni Allucci, direttore generale del Consorzio pubblico Agrorinasce che nel Casertano amministra decine di beni confiscati alla camorra, a proposito dell’uscita da Agrorinasce del Comune di Santa Maria la Fossa, che segue la scelta fatta nel 2018 da Casal di Principe, che ha riottenuto la titolarità di 22 beni confiscati.

Santa Maria la Fossa è un piccolo centro ma altamente “strategico” per il settore dei beni confiscati, visto che qui sorge La Balzana, estesa fattoria agricola una volta dei Casalesi, che lo Stato sta cercando di rilanciare, dopo la confisca, tramite Agrorinasce. “La decisione di Santa Maria la Fossa – afferma Allucci – crea un disagio a noi come Agrorinasce, ma anche a tutti i Comuni soci e a chi gestisce i beni confiscati. Con noi ci sono oltre trenta tra cooperative e associazioni, più altrettante imprese agricole e c’è il rischio che possano perdere la gestione dei beni. Sono contento che molte istituzioni pubbliche, a cominciare dalla Regione Campania, e tanti cittadini stanno comprendendo cosa sta succedendo e ci chiedono di non mollare”. Allucci ribatte poi punto su punto alle contestazioni mosse dal Comune casertano.

“Sono legittime – spiega – le procedure di affidamento ad Agrorinasce dei beni confiscati che, secondo il Comune sono errate. Agrorinasce ormai opera da ventidue anni con procedure amministrative riconosciute valide da tutte le istituzioni con le quali abbiamo collaborato e collaboriamo tutt’oggi. Il caso del progetto di valorizzazione del complesso agricolo La Balzana, destinato a Parco Agroalimentare dei prodotti tipici della Regione Campania, è emblematico. Abbiamo presentato la documentazione necessaria; quella che loro ritengono sbagliata, e che invece è stata ritenuta valida dai nostri interlocutori, che sono dirigenti dello Stato di varie istituzioni pubbliche, che hanno certamente una competenza superiore. Sembra incredibile che un Comune di 2.500 abitanti possa lasciare Agrorinasce e rinunciare a tutti i finanziamenti”.

Anche sulla legittimità della trasformazione di Agrorinasce da Società consortile a responsabilità limitata a consorzio, Allucci non ha dubbi: “Abbiamo fatto un iter, anche con pareri giuridici importanti, che motivavano il passaggio da società in house a consorzio. L’iter è stato completato entro il 31 dicembre 2019. A inizio 2020 doveva iniziare la procedura per la trasformazione a consorzio, ma il Comune di Santa Maria la Fossa si è sempre rifiutato di partecipare, nonostante il suo fosse un atto dovuto per le delibere approvate nel 2018 dalla precedente amministrazione. Non ci sono, quindi, motivazioni giuridiche valide che giustifichino il loro atteggiamento: evidentemente la ragioni sono di altra natura”.