- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Caserta – Che si possa contestare i tesserati quando i risultati non arrivano è una cosa talmente normale nel calcio che non ci si presta neanche attenzione. Ma ci sono contestazioni e contestazioni. Bisognerebbe entrare nel merito dei fatti per capire cosa abbia portato i tifosi della Casertana a prendere di mira il direttore sportivo Nello Martone. Parliamo di un uomo, un giovane, che ha deciso di mettersi in gioco in una grande piazza, affamata di calcio, vogliosa di emergere, quindi il rischio di bruciarsi c’era eccome. Ma Martone ha carattere, la scelta di D’Agostino è stata azzeccata e difesa dai risultati. Eh sì, perchè risultati ce ne sono stati eccome, tanto che in due anni e mezzo è stato capace di legare con la tifoseria. Un rapporto eccezionale e il diesse non ha mai fatto mistero di essere orgoglioso di questa cosa. Poi accade che si costruisca una formazione con ambizioni importanti ma che qualcosa non vada nel verso giusto. E anche questo nel calcio ci può stare. Ciò che diventa difficile da comprendere è il perchè sia diventato bersaglio una prima volta quando ha solo difeso una scelta, quella di Fontana. L’essersi schierato col mister lo ha messo in una posizione poco condivisibile da parte dei tifosi. Un episodio che ha incrinato i rapporti in maniera irrisolvibile con dimissioni non accettate dalla società ed una contestazione che è diventata ogni giorno più pesante. Fino ad arrivare a un vero e proprio inseguimento dopo la gara contro la Viterbese. Il fondo è stato toccato ieri in occasione della presentazione di Pochesci, terzo tecnico in ordine di tempo. E’ stata la Digos ad avvisare Martone di attendere gli agenti perchè c’erano una trentina di tifosi che lo stavano aspettando. Un gruppetto che è stato capace di bloccare l’auto del diesse e farla oggetto di calci, pugni, sputi e inviti ad andare via. Nonostante tutto, però, Martone ha preso posto alla conferenza con tranquillità, sensazione che è sparita nuovamente all’uscita perchè la storia si è ripetuta. Una situazione che fa sorgere dubbi perchè, a differenza di quanto accade nella maggior parte delle piazze in cui i giocatori vengono presi di mira quando i risultati non arrivano, in questo caso si è deciso di partire con le critiche al diesse e un perchè non si riesce a trovarlo. Un po’ come se si volesse puntare il dito su chi ha scelto a prescindere dalla prestazione di chi scende in campo. E’ questo che fa sembrare complicata la storia e non fa trovare un perchè al tutto.

Francamente si tratta di scene deprecabili, contestazioni e aggressioni, ma c’è una certezza. Chi conosce Martone sa che difficilmente si lascia intimorire da cose del genere e, soprattutto, parliamo di un uomo scelto e difeso sempre dal presidente D’Agostino. Tradotto in poche parole, può mandarlo via solo il massimo dirigente e nessun altro. Il problema grosso, quello che tanti tifosi della Casertana non hanno compreso, è che il 30 giugno D’Agostino potrebbe anche decidere di andare via. Si può contestare il diesse, la figura può cambiare, ma se è un presidente ad alzare bandiera bianca, non c’è Martone che tenga. E’ il fenomeno calcio che verrebbe messo in discussione. E una piazza come Caserta non può permetterselo assolutamente.