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Dopo il maxi-blitz dell’11 gennaio scorso, che ha portato 12 persone in carcere (oltre la metà nigeriani o comunque di origine africana), è ancora una volta lo spaccio di droga ad essere colpito, con due ulteriori arresti, a Castel Volturno, una delle basi più importanti cui vengono ad approvvigionarsi, specie di droghe pesanti, spacciatori da tutta la Campania e da altre regioni; complice anche il basso prezzo degli stupefacenti praticato sul litorale domizio. E ancora una volta sono nigeriani a finire in carcere; in due – sono accusati di almeno 500 episodi di cessione di dosi di droga – quelli arrestati dai carabinieri a Palazzo Grimaldi, fatiscente struttura lungo la statale Domiziana da anni occupata da extracomunitari e italiani, che vi praticano lo spaccio ma anche il consumo di droghe quali l’eroina, la cocaina, il crack.
A gestire il traffico e lo spaccio, ormai assodato da anni, sono i nigeriani. Sono molte migliaia quelli presenti a Castel Volturno senza permesso di soggiorno, che diventano facile manovalanza per la forte e radicata mafia nigeriana; il continuo ricambio di pusher permette di tenere così i prezzi bassi, e di essere “competitivi” sul mercato rispetto ad altre piazze pure floride del Napoletano. E non è un caso che il Procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere Pierpaolo Bruni ha di recente creato un pool di magistrati che si dedica ai reati consumati nei comuni del litorale casertano, in particolare a Castel Volturno, che da solo si estende per una trentina di chilometri lungo la Domiziana (in totale tutto il litorale casertano è lungo 45 km); un territorio enorme e degradato, molto difficile da controllare.