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Caserta – E’ stato prorogato di altri sei mesi lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche del Comune di Trentola Ducenta (Caserta), sciolto nel maggio 2016 dopo che alcuni mesi prima – era il dicembre 2015 – un’indagine della DDa di Napoli sui condizionamenti del clan Zagaria nella gestione della macchina comunale travolse l’amministrazione guidata dall’allora sindaco Michele Griffo, che fu arrestato insieme al responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune Maria Carmela Mottola e all’ex assessore Luigi Cassandra; tra gli indagati anche il consigliere comunale Nicola Picone e un altro ex primo cittadino, Nicola Pagano. In totale furono eseguite dalla Polizia di Stato (Squadra Mobile) e dai Carabinieri nel Ros 28 ordinanze di custodia cautelare; finì inoltre sotto sequestro il centro commerciale Jambo, realizzato a Trentola, un’enorme struttura da 60 milioni di euro la cui proprietà, secondo gli inquirenti, era riconducibile a Zagaria tramite il suo socio-prestanome Alessandro Falco, imprenditore ritenuto fortemente legato al clan.

Gravi i reati reati contestati a vario titolo, tra cui l’associazione a delinquere di stampo camorristico, il concorso esterno in associazione mafiosa, l’intestazione fittizia di beni, il riciclaggio, l’estorsione, la falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, l’abuso d’ufficio, la truffa e la turbata libertà degli incanti; la circostanza più grave fu però che Griffo, Falco e altri due indagati si resero irreperibili al blitz delle forze dell’ordine – furono catturati solo dopo alcuni giorni – tanto che la Dda aprì un’indagine sulla presunta fuga di notizie; poche settimane dopo arrivò la Commissione d’Accesso che propose e ottenne nel maggio 2016 dal Ministero dell’Interno lo scioglimento del Comune per condizionamenti della camorra.

Per 18 mesi il Comune è stato gestito dalla triade commissariale formata dai vice-prefetti Luca Rotondi e Roberto Esposito (sostituito dopo due mesi da Savina Macchiarella), e dal dirigente di seconda fascia Pasquale Trocchia, poi qualche giorno fa il Viminale ha deciso di prorogare per altri sei mesi lo scioglimento, concesso con Dpr firmato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella, “constatato che non risulta esaurita l’azione di recupero e risanamento complessivo dell’istituzione locale e della realta’ sociale, ancora segnate dalla malavita organizzata”; a questo punto la gesitone commissariale terminerà nel marzo 2018, e dopo si andrà probabilmente al voto.  Per la Dda il Comune di Trentola sarebbe stato asservito agli interessi del clan. Dalle indagini è emerso che gli amministratori locali avrebbero concesso dal 1997 licenze e autorizzazioni ad imprenditori vicini a Zagaria consentendo al Jambo di trasformarsi da esercizio medio-piccolo del valore di 2 miliardi di lire ad uno dei più grossi centri commerciali della Campania, con un valore attuale stimato di 60 milioni di euro; i terreni su cui è avvenuto l’ampliamento della struttura erano stati acquistati da Zagaria o da suoi prestanome. Ad agevolare lo sviluppo del centro è poi intervenuta la realizzazione di uno svincolo sulla vicina strada statale 265 la cui gara d’appalto  sarebbe stata assegnata dopo essere stata truccata ad un imprenditore del clan che ha poi costruito la rampa senza rispettare le condizioni minime di sicurezza e facendo in modo che portasse dritto al Jambo.

Negli ultimi due anni sono stati quattro gli ex sindaci del Casertano arrestati per legami con il clan Zagari, oltre a numerosi consiglieri, assessori e funzionari comunali: si tratta di Pio Del Gaudio, ex sindaco di Caserta, la cui posizione è stata però archiviata, poi Michele Griffo, di Biagio Di Muro, ex primo cittadino di Santa Maria Capua Vetere e dell’ex sindaco di Grazzanise Enrico Parente, nel frattempo deceduto.