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Santa Maria Capua Vetere (Caserta) – Sei sezioni del reparto ‘Nilo‘ della struttura carceraria di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) sono nelle mani di almeno 150 detenuti. Si sono impossessati delle chiavi e si sono barricati nei corridoi e negli antri dei reparti rendendo difficoltoso l’accesso agli agenti della polizia penitenziaria.
La preoccupazione dei detenuti è sfociata in una vera rivolta dopo la riscontrata positività di un detenuto, l’ex deputato della Regione Sicilia Paolo Ruggirello, recluso dal 5 marzo 2019 e che è stato successivamente trasferito all’ospedale Cotugno di Napoli. Nel frattempo un elicottero sorvola il penitenziario mentre le forze dell’ordine sono pronte ad irrompere. Lo zoccolo duro sarebbe composto da 50 persone che si sono isolate e sono difficili da raggiungere. Intanto si prova a trattare con la disponibilità mostrata da parte delle istituzioni penitenziarie, già espressa questa mattina, di sottoporre al test per il coronavirus, tutti i detenuti reclusi. Preoccupazione per quanto sta accadendo viene espressa, in una nota, da Aldo Di Giacomo, segretario generale de sindacato di polizia penitenziaria: “Le carceri della Campania sembrano poter essere un focolaio perfetto per dare inizio a nuove sommosse. Il pretesto sarà sicuramente la scoperta di casi di coronavirus tra detenuti all’interno degli istituti penitenziari“, ha concluso Di Giacomo.