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Caserta – Dopo gli incendi i crolli. Una conseguenza prevedibile dopo gli incendi che ad agosto scorso divorarono il patrimonio boschivo dei colli Tifatini.

Un’area che, da Casertavecchia a Castel Morrone, dopo il fuoco oggi rovina sulle strade pedemontane di Caserta.

Per i crolli che già si verificarono un mese fa, sotto i colpi della prima tempesta di fine estate, si diede colpa all’intensità anomala di un temporale che all’epoca piegò mezza Italia.

Ma, di fatto, a Caserta il rischio prescinde dalle eccezionalità temporale per il sol fatto che, ad oggi, nessun provvedimento è stato preso per rimuovere i rami e gli alberi morti che minacciano quotidianamente l’incolumità dei cittadini in transito lungo la panoramica Casertavecchia – Castel Morrone.

Suoli privati, e quindi non compresi nel demanio comunale, affidati al buon senso dei proprietari, gli stessi chiamati in causa dal Comune di Caserta la scorsa estate con una ordinanza che intimava la pulizia e la cura dei suoli affinché gli incendi non si propagassero. Una ordinanza ampiamente ignorata quasi da tutti, nonostante si minacciasse una ammenda di oltre 500 euro contro i trasgressori, e che oggi fa contare i danni di uno scempio incalcolabile.

E mentre si guarda con preoccupazione all’arrivo delle piogge già oggi che su Caserta c’è sole e soffia vento, il Comune annuncia soltanto l’istituzione del Catasto incendi.

Uno strumento certo fondamentale per censire i terreni interessati dai roghi negli ultimi cinque anni, che non soltanto trova applicazione a Caserta con un ritardo di 17 anni (il Catasto recepisce infatti una legge dello Stato datata 2000, la numero 353 per l’esattezza), ma che di fatto agisce soltanto come deterrente contro i criminali che ogni anno appiccano i fuochi nella speranza di riutilizzarli a fini speculativi.

Ma sui danni già fatti, che oggi minacciano gravemente l’incolumità pubblica almeno quanto i fuochi di questa estate, nulla sembra muoversi negli uffici comunali, gli stessi che sono chiamati istituzionalmente ad intervenire con ordinanze di abbattimento e spese a carico dei proprietari inadempienti.

Il fuoco si vede, dagli incendi si scappa, ma un albero morto due mesi fa che crolla all’improvviso sul selciato di strade percorse quotidianamente da migliaia di persone, è impossibile da evitare ma possibile da prevedere da chi è chiamato per legge a farlo.