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Aversa (Ce) – “La giornata di ieri ci ha accomunato nel dolore per la morte di tanti uomini e donne colpiti da un nemico invisibile e imprevedibile. La giornata di oggi ci invita a condividere la sofferenza per l’uccisione di Don Peppe Diana, e con lui di tanti uomini e donne, anche di età molto giovane, colpiti dalla spregiudicata violenza di altri uomini e donne capaci di imporre ad un intero territorio quel clima di paura, di omertà, di tragica rassegnazione che sembrava poterne rendere invisibile l’azione criminosa”.

Così il Vescovo di Aversa Angelo Spinillo nell’omelia tenuta questa mattina alla chiesa di San Nicola di Bari a Casal di Principe (Caserta), in occasione del 27esimo anniversario dell’omicidio per mano del clan dei Casalesi di don Peppe Diana, avvenuto proprio nella sacrestia della parrocchia. Spinillo annoda in modo indissolubile un filo che unisce due giornate tragiche, quella di ieri in cui si commemoravano le vittime del Covid, e quella di oggi, in cui si ricorda il sacrificio del prete anticamorra e delle tante vittime dei clan; due momenti in cui è forte il senso di solidarietà e vicinanza tra le persone, e che soprattutto ripropongono l’importanza dell’impegno per il bene comune, tanto caro a don Peppe.

La giornata di ieri – dice il Vescovo – chiamandoci ad esprimere la solidarietà e gli affetti che caratterizzano la nostra umanità, ha aperto il cuore alla speranza che l’impegno di tutti e di ciascuno possa aprire nuove vie di vita al cammino della società umana. Allo stesso modo, ancora una volta, la giornata di oggi ci raccoglie ad affermare e soprattutto a celebrare con il Signore della vita la nostra vocazione a vivere fraternamente rispettosi ed attenti gli uni alla verità ed al bene degli altri, ad essere veramente responsabili, davanti a Dio e davanti all’umanità, della vita della comunità in cui siamo innestati”.

In questi giorni – ha proseguito Spinillo il nostro carissimo Don Franco Picone, parlando dell’uccisione di Don Peppino Diana, suo predecessore in questa parrocchia, ha voluto sottolineare l’enorme significato della risposta che egli diede al suo assassino quando questi chiese: “Chi è Don Peppe Diana?”. Don Peppe rispose con serena disponibilità: “Sono Io”. Giustamente Don Franco ha osservato che in quella risposta non ci fu alcun tentativo di nascondersi o di deviare un discorso che sembrava comunque doverlo impegnare. Sappiamo, da testimonianze di altri sacerdoti, che la sera precedente, trovandosi insieme ad alcuni confratelli, Don Peppe sembrò a loro piuttosto inquieto, come preoccupato. Forse questo avrebbe anche giustificato un tentativo di risposta diversa. Ma egli si presentò senza reticenze e rispose, forse inconsapevolmente in quel momento, come Gesù nel momento della sua cattura nell’Orto degli ulivi: ‘Sono io’”.

Il Vescovo di Aversa conclude la sua omelia ricordando le parole di Papa Francesco, secondo cui “la fede che ci ha insegnato Cristo è quella che vediamo in San Giuseppe, che non cerca scorciatoie, ma affronta ‘ad occhi aperti’ quello che gli sta capitando, assumendone in prima persona la responsabilità”; in queste parole, sottolinea Spinillo, “sembrano risuonare gli inviti alla responsabilità verso la vita della società civile e dell’umanità che leggiamo ancora nel documento “Per amore del mio popolo” (pubblicato da don Diana nel 1991). Per la giornata in memoria di don Diana sono previste numerose iniziative, tra incontri online con gli studenti del Liceo Segrè di San Cipriano D’Aversa e dell’Istituto Tecnico tecnologico “Guido Dorso” di Avellino, e tra esperti su temi rilevanti come i beni confiscati; “centro nevralgico” delle iniziative organizzate dal Comitato Don Diana e da Libera sarà Casa Don Diana, bene confiscato ai Casalesi. Alle 18 ci sarà a Caserta, presso la “Parrocchia S. Augusto -Tenda di Abramo”, la messa di fine giornata in memoria di don Diana e delle vittime innocenti delle mafie.