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Santa Maria Capua Vetere (Ce) –  “Un kg di vongole”, o anche “macchina marrone e macchina bianca”. Parlavano così, cercando il più possibile di non farsi scoprire da eventuali attività di intercettazione della magistratura, i componenti dell’associazione dedita nel Casertano allo spaccio di droga, smantellata oggi dai carabinieri della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere, che ha arrestato undici persone su ordine del Gip di Napoli; dieci sono finite in carcere, una ai domiciliari.

L’indagine è stata coordinata dalla Dda di Napoli e ha “fotografato” il periodo che va dall’ottobre del 2015 al marzo 2016; in totale gli inquirenti hanno accertato 52 episodi di detenzione ai fini di spaccio e vendita al dettaglio. Base dello spaccio il piccolo comune di San Prisco, dove risiedono quattro indagati, tra cui il 46enne Tommaso D’Angelo, ritenuto promotore e organizzatore dell’associazione, e il 22enne Giovanni Cestrone, figlio di Tommaso Cestrone, “l’Angelo di Carditello”, il volontario morto per infarto qualche anno fa e divenuto famoso perché fu l’unico che si preoccupò di curare la Reggia Borbonica di Carditello, ubicata a San Tammaro nel Casertano, nel periodo in cui era all’asta e non si faceva più alcuna manutenzione.

Per Giovanni Cestrone è il secondo arresto in due anni per reati di droga. L’organizzazione di cui faceva parte, è emerso, era ben strutturata e vendeva l’hashish e la cocaina anche nei comuni limitrofi, tra cui Santa Maria Capua Vetere. Dall’intercettazione sono emersi i termini criptici usati dagli indagati, che per indicare la coca usavano la locuzione “somme di danaro”, o “prendere un caffè” per determinare l’incontro e la vendita; la droga veniva indicata parlando di “cose buone buone”, “documenti”, “libretti”, o per la quantità ci si riferiva ad “un kg di vongole”; un vocabolario che però i carabinieri sono riusciti a decifrare.