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Una passerella preelettorale o un momento reale di ritrovata sintonia in un partito diviso tra diverse anime e “piccoli” leader? Se lo chiedono in molti il giorno dopo la fine della prima Festa dell’Unità del Pd di Caserta, tenutasi a pochi giorni dalle elezioni Provinciali in un luogo simbolo del Casertano, quella Castel Volturno che De Luca vuole trasformare nella “Romagna del Sud”, ma che per ora resta emblema di un degrado ambientale e socio-culturale senza precedenti, con trenta chilometri di costa dove vivono quasi 15mila immigrati non regolari accanto ad altrettanti italiani, servizi essenziali negati, come i trasporti pubblici, interi quartieri senza allacciamento fognario, con il mare che avanza inesorabilmente, e ragazzi costretti a percorrere chilometri a piedi per andare a scuola. Qui nessun miracolo è avvenuto, ma qualcosa potrebbe cambiare: il 10 ottobre prossimo Castel Volturno vedrà la visita del Ministro De Vincenti e del vice-presidente della Regione Fulvio Bonavitacola, che verranno probabilmente ad annunciare lo stanziamento dei quasi 50milioni di euro previsti dal Decreto sul Sud e che saranno messi a disposizione dei progetti di inclusione sociale per gli immigrati che dovrà realizzare il Commissario straordinario per Castel Volturno Cappetta, nominato qualche settimana fa dal Governo ma al momento inoperoso per mancanza di risorse. Allora si saprà se il partito democratico e il Governo che ne è espressione vogliono fare sul serio su Castel Volturno e risolvere una volta per tutte quella che il commissario provinciale del Pd Franco Mirabelli definisce “un’autentica emergenza sociale”. Sul fronte delle dinamiche interne il Pd resta invece ancora a metà del guado; le Provinciali del 12 ottobre rappresentano così un banco di prova fondamentale per lo stato di salute del partito anche in vista delle Politiche 2018. Mirabelli è moderatamente soddisfatto da questa tre giorni già per il solo fatto di essere riuscito ad organizzare la prima Festa del Pd casertano dimostrando “la volontà di ritrovare una comunità che si era un po’ sfilacciata”. Il senatore milanese spiega anche che “ci sono alcuni all’interno del partito che continuano a pensare che l’unico tipo di confronto sia sul potere e che il partito sia uno strumento per acquisire e consolidare il potere personale”. Non fa nomi Mirabelli, ma non è improbabile che si riferisca al consigliere regionale Gennaro Oliviero, ex socialista, tra gli ispiratori di una delle liste a sostegno del candidato alla presidenza della Provincia di Caserta Carlo Marino. “C’è grande parte del partito che vuole fare il partito – prosegue Mirabelli – che non ha interesse a vivere la politica come fronte infinito tra personalismi o come qualcosa di autoreferenziale. Il nostro problema non è sostituirci al centro-destra con le sue stesse logiche interne fatte di trasversalismi, ma costruire un partito che risponda alle esigenze delle persone”.