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Caserta – Uno schiaffo e tante scuse. Così Mario Landolfi, ex ministro del governo Berlusconi e giornalista del Secolo d’Italia, ha liquidato in queste ore l’episodio che ieri a Roma lo ha visto protagonista dell’ennesima risposta violenta recapitata a chi per mestiere, e dovere, è tenuto a fare domande.

E’ successo per strada, a pochi passi dal palazzo di Montecitorio, dove il giornalista  Danilo Lupo, inviato del programma ‘Non è l’Arena’ di Massimo Giletti, aveva posto al mondragonese ex ministro una serie di domande sui vitalizi concessi ai politici.

Domande, alle quali l’ex ministro avrebbe preferito rispondere nei suoi uffici e che, di fronte alla volontà pratica del giornalista di chiudere l’intervista in strada piuttosto che in una location più comoda, ha meritato un violento schiaffo in piena faccia.

Il tutto sotto gli occhi attoniti di turisti e passanti, ma sopratutto sotto quello delle telecamere della La 7.

Ed è stata proprio la diffusione del video, divenuta virale in poche ore, che ha spinto Landolfi a scusarsi pubblicamente per il gesto, seppure con riserva: “Chiedo scusa per il gesto, ma date visibilità a tutto il video dell’episodio, anche alla parte in cui si vede il giornalista che mi incalza nonostante avessi spiegato che non mi piace parlare per strada e che avevo da fare. Lui continuava a insistere, e così ho perso la pazienza”.

E la memoria corre ai tanti episodi di violenza gratuita riservata ai giornalisti, dai più gravi ed estremi fino a quelli che ultimamente hanno meritato la ribalta mediatica sotto le effigi di “delinquenti” e “attacco al diritto d’informazione”.

Il ricordo più prossimo, ad esempio, va a Roberto Spada che ad Ostia prese a testate il giornalista Daniele Piervincenzi della trasmissione “Nemo” della Rai. Ben gravi le conseguenze di quel gesto firmato da un “boss”, non meno quelle ad opera di rappresentanti dello Stato, “onorevoli” ma anche no.