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Caserta “Il risarcimento a me non interessa , ma l’ex ministro Landolfi deve pagare per quello schiaffo devolvendo al fondo anti querele della FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) un assegno equivalente a “diversi” mesi di vitalizio”.

Questa la risposta del giornalista Danilo Lupo alle scuse pubbliche ricevute ieri nel corso della trasmissione Non è l’arena de La7 dall’ex ministro Mario Landolfi  che lo aveva schiaffeggiato qualche giorno fa in strada a Roma durante un’intervista sui vitalizi ai politici.

Un faccia a faccia televisivo voluto dall’ex parlamentare An di Mondragone (Ce) per chiedere pubblicamente scusa del gesto da lui stesso definito “esecrabile e bruttissimo ma che potrebbe aprire una riflessione su un modo di fare giornalismo aggressivo”.

Parole che hanno posto Landolfi al centro di un acceso confronto in studio con i giornalisti Klaus Davi e Luisella Costamagna, ospiti di Massimo Giletti in trasmissione.

Esibendo il suo tesserino di giornalista professionista, Landolfi ha replicato: “Posso parlare del mio lavoro? E’ un mio diritto dire che non sempre il giornalismo aggressivo è un giornalismo libero”.

Polemiche feroci che, alla platea televisiva, hanno rimarcato la deriva di un paese “democratico” dove è sempre più praticato lo sport di picchiare i giornalisti, minacciarli, intimidirli o querelarli. Sport praticato da tutti, in maniera trasversale, a danno di una categoria professionale chiamata a garantire diritti come la libertà di espressione non lesiva e di informazione corretta.

Il dibattito in studio si è concluso con la proposta di conciliazione formulata del giornalista Lupo: “Il risarcimento a me non interessa. Io sono solo un numero, il 127 per l’esattezza. Perché sono 126 i cronisti che, solo lo scorso anno, hanno ricevuto intimidazioni, minacce, querele da parte di mafiosi, politici corrotti, criminali, e così via. Per questi giornalisti esiste un fondo reso disponibile dal sindacato FNSI per far fronte alle spese legali anche in caso di condanna. E poiché temo che, se si aprisse questo processo, arriverebbe in prescrizione, propongo che l’onorevole Landolfi versi un bell’assegno al fondo FNSI che sostiene i cronisti minacciati, mettendo insieme più di qualche mese di vitalizio. Un bel gesto simbolico nei confronti di colleghi pagati molto meno di noi che per un articolo pagato 5 euro subiscono minacce, denunce, violenze, o addirittura licenziamenti”.

Mario Landolfi ha accettato la proposta, riservandosi di rendere nota la cifra versata.