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Caserta – Licenziati in tronco dal Mibact i sei “furbettini del cartellino” che qualche mese fa meritarono alla Reggia la triste ribalta della cronaca giudiziaria con tanto di immagini catturate dalle telecamere nascoste delle forze dell’ordine chiamate ad intervenire per tutt’altro motivo, ossia per indagare su un furto notturno avvenuto a settembre 2016 nella bouvette della Reggia, nel corso del quale fu portato via l’incasso di giornata.

L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e realizzata dalla Squadra Mobile di Caserta guidata da Filippo Portoghese, estese il suo raggio di azione anche alla vigilanza interna al sito patrimonio dell’Unesco, visto che la bouvette è ubicata nei pressi dell’ingresso del Parco reale, dunque in un punto in cui sarebbero dovuti essere presenti dei custodi. Da cui l’occhio degli investigatori, puntato sul comportamento dei dipendenti, ha scovato ben altri furti “seriali” perpetrati chissà da quanti anni.

In realtà, infatti,  già all’epoca della gestione della soprintendente Paola David si vociferò l’apertura della caccia ai “furbetti del cartellino” alla Reggia, con posizionamento di telecamere nascoste da parte delle forze dell’ordine che però non sortirono effetti.

Di contro oggi, seppure partite per scovare gli autori del furto alla buvette, le indagini delle forze dell’ordine hanno incastrato Raffaele Narciso, Benedetto Petriccione, Giovanni Maiale, Leonisio Ammirati, Francesco Martone e Giovanni Antonio Di Sarno, accusati di truffa aggravata e continuata e falso nelle attestazioni di presenza in servizio per essersi allontanati dal luogo di lavoro dopo aver timbrato il badge.

Il provvedimento di licenziamento del Mibact, però, è scattato subito dopo l’avviso di conclusione delle indagini preliminari e prima ancora che il pm si esprimesse sul giudizio e ciò in applicazione della legge Madia che consente di concludere un rapporto lavorativo anche prima dell’eventuale processo.

Convocati a Roma dal Ministero lo scorso 25 luglio, per i sei custodi assenteisti il licenziamento in tronco è stato immediato.

E mentre si preannunciano battaglie legali, restano sul tappeto delle considerazioni indagini che non soltanto hanno evidenziato l’assenza di telecamere di sorveglianza in molte aree del monumento, ma sopratutto che il controllo del personale aveva la stessa “elasticità” dichiarata dal direttore Mauro Felicori in merito all’osservanza dei piani di sicurezza entrati nell’occhio del  ciclone mediatico una domenica da 17 mila visitatori fuori controllo alla Reggia.

Un “fuori controllo” che negli ultimi mesi si sta rivelando ben più ampio di quello che già meritò le distanze dell’allora ministro Mibact Franceschini, imbarazzato nel commentare le immagini della Reggia targate “gestione Felicori” e divenute il simbolo negativo delle aperture massive dei monumenti volute dal governo Renzi.