- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Il Direttore del Museo Archeologico Calatia di Maddaloni Antonio Salerno ha inaugurato ieri, negli spazi espositivi del museo la personale di Italo Mustone “Borders” a cura di Francesco Creta, erano presenti, oltre all’artista e al curatore, il critico d’arte Enzo Battarra, assessore alla cultura del Comune di Caserta, il direttore del Museo Arcos di Benevento e numerosi appassionati d’arte contemporanea.

La mostra, allestita con gusto, si sviluppa su una triplice visione che emerge dall’ambiguità semantica della parola borders in inglese. La prima idea è quella di border inteso come frontiera, infatti l’artista nella sua produzione più recente ha scelto la forma circolare del telaio che diviene in questo modo metafora del mondo contemporaneo; la frontiera non è quindi vista come luogo di separazione ma come spazio in cui il colore si amalgama rappresentando la possibile unione e commistione delle popolazioni.

Secondo spunto di riflessione è il border come limite, un limite che l’uomo moderno dovrebbe comprendere e assimilare nel suo rapporto con il paesaggio: infatti la dinamica di transitorietà della vita umana nella produzione degli anni ‘90 di Mustone si scontra con la persistenza del nostro intervento sul paesaggio naturale. Le vedute, realizzate ormai trent’anni fa, evocano atmosfere distopiche in cui l’elemento naturale scompare sottomesso al progresso industriale, interrogando il fruitore sui limiti da non superare e sulla necessità di porci in armonia con il nostro contesto naturale e storico.

L’ultimo border è il bordo della tela, spazio di analisi di molti artisti della contemporaneità, ricerca del superamento della dimensione bidimensionale dell’opera pittorica; qui le sagome di Mustone diventano moderni pittogrammi preistorici, che si mescolano in impasti di colore perdendo la loro forma originaria e mutando la propria identità in una visione sempre più spersonalizzata divenendo precisa rappresentazione delle teorie della “società liquida”. Questa, come teorizzato da Zygmunt Baumann, indica una “concezione sociologica che considera l’esperienza individuale e le relazioni sociali segnate da caratteristiche e strutture che si vanno decomponendo e ricomponendo rapidamente, in modo vacillante e incerto, fluido e volatile.”, come segnalato dalla Treccani.

La mostra, oltre ad evidenziare aspetti ben delineati della produzione dell’artista, propone un dialogo tra l’antico e il contemporaneo, settori spesso considerati inconciliabili ma che molto spesso presentano linguaggi comuni.

Italo Mustone nasce a Trevico (AV), vive e lavora a Benevento, nella sua carriera ha esposto in importanti mostre in Italia e all’estero: Sharjah Art Museum Emirati Arabi; “Inchiostro indelebile” MACRO Museo d’Arte Contemporanea – Roma; “ECHOITALIA” Montreal (Canada); “Hexen Streghe” – ZLB Berlino; Istituto Italiano Di Cultura – Vienna; “Mount Vesuvius” Galleria Nuvole Arte Contemporanea – Montesarchio (BN);  “Inchiostro indelebile” Galleria La Recoleta, Buenos Ares (Argentina); “Divina Commedia” ARCOS Museo Arte Contemporanea – Benevento; Collezione Zani – Museo di Como; Dal Pozzo Arte Contemporanea – Alba; Inoltre le sue opere sono presenti in collezione presso: Zentral-und Landesbibliothek di Berlino; Istituto Italiano di Cultura – Vienna; Collezione Zani – Como; Museo MUSPAC di Arte Contemporanea – L’Aquila; Archivio Storico Esposizione Quadriennale di Roma; Archivio Storico Esposizione delle Arti Contemporanee Della Biennale di Venezia.