- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Santa Maria Capua Vetere (Ce) – Dispositivi medici e soluzioni per analisi cliniche scaduti da tempo, campioni di prelievi relativi ad animali spacciati per umani, controlli mai effettuati sui macchinari. E’ quanto scoperto dalla Guardia di Finanza, che ha posto sotto sequestro a Santa Maria Capua Vetere (Caserta), su decreto d’urgenza emesso dalla locale Procura della Repubblica, il “C.D.S. – Centro Diagnostico Sammaritano Srl” dell’imprenditore Vincenzo Di Caprio.

Il sequestro è stato disposto all’esito di due ispezioni effettuate nel laboratorio di analisi dalle Fiamme Gialle in collaborazione con il personale del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl di Caserta, dal quale sono emerse numerose violazioni; tra le più gravi, il ritrovamento di rifiuti speciali in locali del centro non idonei, come il bagno dei disabili, e di campioni di prelievi di capi animali, le cui analisi per legge andrebbero effettuate in centri specialistici dedicati alla zoofilia, ma che invece venivano analizzati presso il Cds che li etichettava come campioni umani.

Sul fronte amministrativo, è stato invece accertato come il Centro fosse privo delle autorizzazioni necessarie all’effettuazione degli esami tossicologici, molti dei quali venivano chiesti dai candidati per l’idoneità ai concorsi pubblici o alle forze armate. Nel corso della  prima ispezione, i finanzieri e i funzionari dell’Asl scoprirono più di mille reagenti, calibratori, soluzioni e altri dispositivi medici ormai scaduti. Emerse inoltre una generale carenza nell’applicazione delle corrette procedure di gestione del laboratorio; fu riscontrata la totale mancanza di controlli di qualità sui macchinari utilizzati per le analisi, circostanza che avrebbe compromesso, spiega la Procura retta da Maria Antonietta Troncone in una nota, “la genuinità dei referti rilasciati in relazione a specifici esami”.

A distanza di non molto tempo dalla prima ispezione, la Procura ne ha disposto una seconda per accertare se il Centro avesse eliminato le criticità riscontrate, cosa che però non sarebbe avvenuta; anzi, i finanzieri, durante il secondo sopralluogo, hanno rinvenuto i rifiuti speciali accumulati nella struttura, invece di essere smaltiti, e hanno accertato il mancato rispetto del condizioni di sicurezza sul lavoro. Alcuni dipendenti, inoltre, non sono risultati regolarmente assunti . Per questi motivi la Procura ha ritenuto necessario adottare il decreto d’urgenza, con lo scopo, spiega la Procura, di inibire “al centro diagnostico, peraltro consorziato con cinque centri d’analisi più piccoli della provincia, la possibilità di continuare a svolgere la propria attività, rilasciando referti di laboratorio, che per le modalità di svolgimento degli esami, non possono ritenersi affidabili”.