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Caserta – “Il risultato elettorale ci consegna un partito che non riesce più a parlare ai suoi militanti, a quella base che è sempre stata il cuore pulsante delle forze di centrosinistra. L’incapacità negli ultimi tre anni e mezzo di parlare alle associazioni, al mondo del lavoro, ai deboli ha fatto in modo che il ruolo del partito democratico venisse surrogato da forze populiste che predicando un assistenzialismo irrealizzabile e, abbaiando alla luna, sono riuscite a conquistare la fiducia di quella parte del popolo democratico che si è sentito abbandonato da chi, invece, avrebbe dovuto rappresentare un riferimento costante”.

Lo scrivono la consigliera provinciale Raffaella Zagaria e l’esponente del Pd maddalonese Vincenzo Santangelo, in una lettera indirizzata ai vertici nazionali e regionali del Partito Democratico, oltre che al commissario provinciale dei Dem, Mirabelli, ai candidati Gennaro Oliviero, Nicola Caputo, Stefano Graziano, e al segretario del Pd casertano, Enrico Tresca.

Questa non è un’accusa ai candidati, che anzi, con coraggio, senso di responsabilità hanno messo in discussione anche le loro posizioni politiche, pur di evitare la deriva del partito democratico. Tutti gli autorevoli esponenti in campo hanno condotto una campagna elettorale esemplare girando in lungo e in largo i collegi cercando di coinvolgere il maggior numero di persone possibili. Il loro ammirevole sforzo, purtroppo, non è stato sufficiente, perché il tentativo di recuperare in un mese quello che non si è fatto in tre anni e mezzo, a causa di una gestione commissariale disastrosa, era pura utopia. Dispiace che il documento prodotto a dicembre 2017 sia rimasto lettera morta. Probabilmente, se in quella sede tutti avessimo capito che bisognava ripartire dalla base per essere competitivi nella sfida del governo del paese, oggi Caserta avrebbe almeno un suo rappresentante nel nuovo Parlamento”, continuano Zagaria e Santangelo.

E poi tracciano lo scenario che attende i Democrat dopo la disfatta elettorale che ha, di fatto, segnato il partito soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia.

Oggi il Partito Democratico ha davanti a sé due strade – spiegano i due componenti del Pd – quella dell’autocommiserazione e della caccia alle streghe che ci porterebbe all’azzeramento totale o quella di riattivare tutti i percorsi di partecipazione utili affinché il Pd torni ad essere il Pd, cioè quella forza riformista democratica in cui la partecipazione collettiva è fondamentale per prendere ogni decisione. Noi dobbiamo tornare ad essere il Partito delle primarie, il partito che sostituisce le oligarchie con la partecipazione collettiva, dobbiamo fare in modo che i circoli non siano solo delle strutture fittizie su carta per far confluire delle tessere, ma dei luoghi fisici dove discutere di ambiente, lavoro pianificazione urbanistica e sviluppo. Dove insegnare una condotta che vede come stella polare la legalità, la trasparenza e il contrasto alla criminalità, è necessario che ci sia una chiamata alle armi di tutti amministratori, segretari, dirigenti di partito, ma, soprattutto militanti che credono che il Partito Democratico possa essere una risposta autorevole, competente, trasparente alle esigenze del nostro territorio e del paese tutto”.

La missiva si conclude con l’autoconvocazione degli Stati Generali del Partito Democratico, da tenersi la prossima settimana a Caserta.

Vogliamo ripartire dalla base, dalle nostre fondamenta ed è per questo che il giorno 16 marzo alle ore 18:00 presso Hotel Europa di Caserta, convochiamo in Assemblea permanente tutti coloro che hanno a cuore il bene di questo territorio i nostri saranno dei veri e proprio Stati Generali dove tutti, indistintamente, a prescindere dai ruoli potranno portare il loro contributo per costruire un Pd, forza di governo ed espressione dei territori”.