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Caserta – Sono ben 32 le associazioni casertane che chiedono al prefetto, Raffaele Ruberto, di intervenire nei confronti del sindaco, Carlo Marino, in merito alle potature selvagge e all’abbattimento di alberi in città. Certo, perchè in piena emergenza Coronavirus, in un momento in cui il primo cittadino (che, lo ricordiamo, è la massima autorità sanitaria del territorio) dovrebbe occuparsi di tutelare al meglio la salute dei casertani, si pensa a tagliare rami e alberi che – come spesso sottolineato da agronomi esperti – non necessitano di alcun intervento. E allora, la società civile casertana si mobilita ed è costretta a chiedere l’intervento del prefetto.
Il decreto del Ministero dell’Ambiente  “Criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde” n.90 del 4 aprile 2020, evidenzia la volontà e la determinazione del legislatore di porre un freno ai disastri ambientali perpetrati dalle amministrazioni pubbliche nell’ambito del patrimonio del verde pubblico .
Nella nostra provincia – scrivono le associazioni – questo fenomeno è diffuso, ma particolarmente eclatante nella città di Caserta. Possiamo citare tanti episodi, ma per dovere di sintesi, elenchiamo solo le tappe principali che ci hanno portato a chiedere un Suo intervento: sfregio dei lecci che circondano Piazza Vanvitelli, fiore all’occhiello di Caserta;  progetto di abbattimento di ben 21 alberi ad alto fusto in Piazzetta Padre Pio – sventato,  da un’azione forte della cittadinanza supportata da ben 32 associazioni di volontariato;  abbattimento di alcuni tigli in località San Leucio; intervento di ‘manutenzione’ dell’anno scorso che ha portato alla morte di numerosi  alberi in città (le potature si sono spinte fino a giugno quando si registrarono ben 42°C); tentativo di abbattere tutti gli alberi su Corso Trieste, Via Cesare Battisti e Via Roma con la scusante che erano ammalati e pericolanti (salvati, anche questi, da una mobilitazione di massa della cittadinanza, delle associazioni e dal veto della Soprintendenza di Caserta e Benevento.  (dicembre 2018)“.

Le associazioni chiedono il rispetto del decreto ministeriale ed azioni concrete per garantire l’approccio strategico di medio-lungo periodo e applicare concretamente strumenti di gestione del verde pubblico quali censimento e bilancio arboreo che rappresentano la base per una corretta gestione sostenibile del verde urbano. Inoltre, chiedono di: evitare interventi qualitativamente scadenti e/o dannosi che compromettono lo stato di salute delle piante con conseguente aggravio di costi per la comunità; infatti le morti per gli episodi di caduta alberi sono riconducibili più all’indebolimento della struttura per manutenzione sbagliata che non  al pericolo degli alberi in sé che hanno invece rappresentato sempre, con le radici, un collante per i terreni; costituire un elemento integrato della rete di spazi verdi ad integrazione dell’infrastruttura urbana; istituire staff multidisciplinari di professionisti esperti nel campo ambientale paesaggistico, naturalistico, forestale, ingegneristico, geologico e urbanistico. A tal fine, le associazioni hanno più volte dichiarato la propria disponibilità a contribuire, a titolo non oneroso, con le professionalità interne, alla formazione dei suddetti team.

Alla luce di quanto sta avvenendo nel Comune di Caserta – spiegano le associazioni – gli interventi risultano assolutamente inadeguati alle normative vigenti, e ne precisiamo i motivi:
– non si tratta di manutenzione, ma di sottrazione del verde, perché si opera indiscriminatamente e  nello stesso modo su tutti gli alberi, non tenendo conto né della specie né delle funzioni;
– Non si ha memoria di piantumazione di nuovi alberi (elusione della legge Rutelli: un albero per ogni nato);
– Le aiuole rimaste vuote per sottrazione e/o morte degli alberi non sono mai state risistemate, creando grave pericolo di inciampo ai pedoni, (episodi riportati regolarmente);
– La scarsa attenzione e la mancanza di professionalità è dimostrata dal periodo di ‘manutenzione’ effettuata sempre fuori “stagione“, cioè di massima ripresa vegetativa e piena nidificazione della fauna selvatica, contravvenendo alla legge sulla protezione della fauna 157/92. Alla luce di quanto esposto,  chiediamo la revisione dei contratti in corso per garantire il rispetto del nuovo D.L.;

– E’ sconcertante, come in piena crisi climatica e pandemica l’Amministrazione Comunale, al secondo dissesto, sia così concentrata nel fare “manutenzione” degli alberi – trascurando completamente le aiuole, invece di effettuare interventi più coerenti alla situazione di Caserta.
Al Prefetto,  le associazioni chiedono – quale rappresentante del Governo nella provincia di Caserta – di fermare questa “prassi inutile e dannosa per l’ambiente, dispendiosa per i cittadini e Le chiediamo di voler intervenire presso il Sindaco Marino affinché vengano rispettate le normative vigenti in materia“.

Di seguito le associazioni firmatarie della missiva
Agesci  Zona Caserta  –  Agenda 21 Carditello  – Arci Caserta –  Borghi Del Belvedere  –  Cai  –   Casa Rut  –  Caserta Cambia Caserta  –  Caserta Citta’ Di Pace  –   Caserta Citta’ Viva  –  Cittadinanzattiva  –  Comitato  Acqua Pulita Caserta  –  Comitato Caserta Centro No Degrado No Movida Selvaggia  –  Comitato San Nicola La Strada  –  Comitato Villa Giaquinto  –  Comitato Macrico Verde  –  Csa Ex Canapificio  –  Greencare Caserta  –  Italia Nostra  –  Laboratorio Millepiani  –  La Ginestra  –  Legambiente  –  Le Piazze Del Sapere – Lipu  –   Nero E Non Solo  –  Nuovi Stili Di Vita  –  Piedibus  –  Regi Lagni –   Soffio D’ali  –  Soroptimist International  –  Spazio  Donna  –  Uisp  –  Wwf