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Caserta – Assurto a tema principale delle Comunali 2021, e difeso strenuamente dal sindaco-candidato che poi quelle elezioni le vinse, il Biodigestore di Caserta, ovvero l’impianto per il trattamento dei rifiuti umidi che il Comune doveva realizzare, con fondi regionali, in località Ponteselice, a non molta distanza in linea d’aria dalla Reggia Vanvitelliana, è lentamente scomparso dai radar, essendo molto divisivo e attirandosi le critiche di tante associazioni cittadine, per poi diventare quasi un boomerang per l’amministrazione retta da Carlo Marino, che per ora sembra aver accantonato il progetto.
Un anno fa la Regione revocò infatti i fondi, dal momento che il Comune non aveva fornito tutta una serie di chiarimenti richiesti sull’impianto, l’ente comunale fece ricorso al Tar, che si dichiarò incompetente, e si rivolse quindi al giudice ordinario. Nel frattempo però, ed è storia di qualche settimana fa, la Regione ha inviato un decreto ingiuntivo al Comune per recuperare i due milioni di euro già spesi dall’amministrazione Marino per la progettazione dell’impianto. L’impianto comunque per ora non si farà, in attesa che il Comune crei una società in house che dovrà poi occuparsi della gestione dei servizi relativi ai rifiuti; sarà il novo soggetto a decicere quando farlo, e soprattutto dove farlo, ma sembra che comunque non sarà ribadita la collocazione di Ponteselice.
Sulla vicenda interviene anche il movimento politico “Caserta Decide”, che in una nota a firma del coordinatore Alessandro Cioffi, spiega che “il progetto aveva numerosissimi problemi tecnici: prevedeva la costruzione dell’impianto a meno di un chilometro da Via Santagata, a un tiro di schioppo dai 20000 abitanti del Rione Acquaviva, a distanza ridottissima dalla Reggia, non considerava un piano traffico necessario per i camion e aveva evidenti problemi di progettazione.
L’Amministrazione avrebbe potuto scegliere di ascoltare la città, di recepire le criticità del progetto che gli venivano segnalate. Si è invece ostinata su una progettazione che fin dal giorno zero era destinata a fallire. E ora? Chi pagherà per queste scelte sbagliate? Chi pagherà l’UE per l’incapacità di mettere in piedi un ciclo dei rifiuti sostenibile?”