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Castel Volturno – False ricette intestate a persone decedute o assolutamente ignare per farmaci che poi prendevano la strada dell’Europa dell’Est, alimentando un traffico illecito internazionale che aveva come propria base una farmacia di Castel Volturno, nel Casertano. Il business è stato scoperto dai carabinieri del Nas di Caserta, che hanno posto ai domiciliari, su ordine del Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, tre persone, in particolare il titolare della farmacia Cristinziano di Castel Volturno, un suo collaboratore e il medico di base del locale distretto Asl che emetteva false ricette in cambio di una tangente di 300 euro mensili; i militari hanno notificato anche due divieti di dimora, uno ad una donna ucraina che aveva il compito di spedire i farmaci nel suo Paese. Numerosi i reati contestati; si va dall’associazione a delinquere finalizzata alla truffa al Servizio Sanitario con l’aggravante della trans nazionalità alla corruzione, dal falso in atto pubblico alla ricettazione di farmaci. L’indagine è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere diretta da Maria Antonietta Troncone. Ingente, è emerso, il danno erariale per le false ricette emesse dal medico di base e rimborsate tramite la farmacia dal Servizio Sanitario Nazionale: si calcola che a fronte di centinaia di ricette false intestate a persone morte, inesistenti o inconsapevoli, il danno sarebbe di 300mila euro. 

Nel corso delle indagini sono state esaminate 200mila ricette, e sequestrate circa 1200 ricette in bianco e 3000 confezioni di farmaci privi delle fustelle, oltre a 500 fustelle segnaprezzo, timbri e materiale informatico. L’inchiesta è partita nel 2016 dopo l’Asl di Caserta ha segnalato i carabinieri del Nucleo Antisofisticazione che un suo medico di base del distretto di Castel Volturno, in seguito a verifiche relative all’anno 2013, era risultato un vero record-man nell’emissione di ricette: se annualmente la spesa farmaceutica generata per ogni paziente si aggira in media sui 167 euro, quella originata dalle ricette emesse dal medico del comune domizio si aggirava sugli 808 euro.

I militari del Nas hanno così passato al setaccio tutte le ricette in possesso del medico, e hanno scoperto, anche grazie alle intercettazioni telefoniche, il suo stretto legame con la farmacia Cristinziano; è così emerso un patto illecito per cui il medico avrebbe emesso tra il 2013 e il 2016 ricette false per un valore di 800mila euro, e il farmacista e i suoi collaboratori avrebbero provveduto ad asportare i bolini segnaprezzo dalla confezione dei farmaci e ad apporli sulla ricetta per poi chiedere il rimborso; i farmaci senza fustelle prendevano poi la strada dell’Ucraina, generando un ulteriore guadagno. Gli inquirenti hanno scoperto che gli stessi gestori della farmacia avrebbero emesso ricette usando timbri e ricettari forniti dal medico di base.