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Tempo di lettura: 2 minutiUn Flashmob virtuale al maschile e un evento dal titolo “In nome di donna. Perchè le donne smettano di essere l’Altro”: è così che l’Università della Campania Luigi Vanvitelli “scende in campo” per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre prossimo.
Protagonisti gli studenti dell’Ateneo, che con varie decine di foto e messaggi, hanno deciso di portare avanti in prima persona una vera e propria campagna social, dal nome pieno di significato, “#la battaglia contro la violenza sulle donne inizia da noi#”. Numerosi studenti hanno inviato la propria foto, anche accompagnata da un foglio con un messaggio di aperta denuncia, per testimoniare la scelta di prendere distanze dai comportamenti violenti agiti sulle donne.
Il flashmob potrà essere visibile sui canali social Facebook e Instagram di Ateneo. Mercoledì 25 novembre si terrà da remoto su piattaforma Microsfot Teams l’evento organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza, cui parteciperanno docenti dell’Ateneo, rappresentanti di Forze dell’ordine ed esponenti di realtà associative del territorio impegnate attivamente, con i loro programmi, a combattere questa piaga sociale.
“La giornata rappresenta un’altra tappa di un percorso educativo ambizioso, che impegna ormai da diversi anni l’Ateneo, grazie anche al supporto delle Istituzioni del territorio, in continue attività e riflessioni” afferma Marianna Pignata, delegata del Rettore alle pari opportunità. “Purtroppo – prosegue – dagli ultimi dati Istat, dal racconto che le vittime fanno alle operatrici del 1522, emerge che la maggior parte di esse non denuncia la violenza subita, proprio perché consumata per lo più all’interno di contesti familiari. C’è una responsabilità collettiva di fronte al problema culturale sotteso al fenomeno. Ci sono però parole e condotte che possono aiutare le donne a liberarsi da una gabbia e denunciare violenze e sopraffazioni: ed è su questo fronte che l’Ateneo gioca un ruolo centrale sul piano culturale e della formazione specifica dei futuri operatori, insieme a tutta la comunità studentesca soprattutto sul piano della sensibilizzazione alla cultura della non violenza”.