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L’inchiesta Sma Campania e lo strano intreccio tra il governatore De Luca (non indagato) e l’ex consigliere regionale Luciano Passariello, all’epoca all’opposizione con Fratelli d’Italia, da ieri in carcere accusato di finanziamento illecito e induzione indebita a dare o a promettere utilità.

Secondo l’ex amministratore unico della partecipata, Lorenzo Di Domenico – uomo di fiducia di Passariello – la sua stessa nomina sarebbe frutto di un “sodalizio” di De Luca con l’uomo del centrodestra, nell’ottica di una “finta opposizione” (leggi link in basso). Accordo lecito, ma politicamente imbarazzante, come dimostreranno certe reazioni nel Pd. Anche per spiegare l’anomalia, i pm napoletani hanno ascoltato, quali persone informate dei fatti, consiglieri regionali e dirigenti Sma. Tra i primi spicca Mario Casillo, capogruppo regionale del Partito Democratico. “Sapevo fin dall’inizio, e cioè fin dalla sua nomina a consigliere delegato della Sma – dice agli inquirenti-, che Di Domenico Lorenzo era persona di fiducia legatissima al Passariello, dico questo perché, subito dopo tale nomina, tutti indistintamente (compresi i colleghi del mio gruppo e i Sindacati) mostrarono a me personalmente sorpresa e sdegno”. Sulle ragioni della decisione, Casillo si dà una singolare spiegazione. “Dal momento che, in Assemblea, il Passariello era, tra gli esponenti dell’opposizione, il più attivo e il più efficace nei suoi interventi – ipotizza il capogruppo dem – il Presidente De Luca, a cui notoriamente non piace essere contraddetto e contrastato, ha pensato che con tale nomina del Di Domenico al vertice della Sma l’opposizione del Passariello in Consiglio fosse meno accesa e pressante”. Casillo, inoltre, ritiene che “in relazione a tale vicenda, il tramite tra il Passariello e De Luca possa essere stato il Bonavitacola (non indagato, ndr)”.

Tranchant pure la testimonianza di Fausto Morrone, responsabile anti corruzione della Sma, in pensione dal 2017. “Io – racconta sempre ai pm napoletani – ho fatto il segretario Generale della Cgil di Salerno per molti anni e dunque conosco bene Vincenzo De Luca, il quale in tutta la sua carriera politica spessissimo si è accordato con l’opposizione, e cioè con la destra; per esempio alle elezioni Comunali di Salerno del 2006, in occasione delle quali il De Luca si candidò con una sua lista contro il centro sinistra, in occasione del ballottaggio, il De Luca per vincere si è accordato con Nicola Cosentino e con il centro destra, so per certo che tale accordo politico fu stipulato tra De Luca e Cosentino che si incontrarono presso l’azienda ex MCM di Gianni Lettieri”. E “ancora ricordo che lo stesso Luigi Cesaro (ex big di Forza Italia in Campania, oggi coinvolto in grane giudiziarie, ndr) ha pubblicamente dichiarato che, in occasione delle elezioni regionali del 2010, il De Luca, candidato alla Presidenza contro Caldoro (che poi vinse le elezioni), gli mandò un suo “fedelissimo”, e cioè Fulvio Bonavitacola, per tentare un accordo, e ciò appunto per vincere le elezioni, accordo che non ci fu, tant’è che, nel 2010, vinse Caldoro”.

I rumors su intese trasversali, negli anni, sono sempre stati smentiti da De Luca o dal suo entourage. Ma Morrone, sul “fedelissimo” Bonavitacola, cita un altro presunto episodio. “Nel 2008, quando Veltroni si candidò come Premier – sostiene – il De Luca voleva far candidare il figlio Piero (poi candidato ed eletto nel 2018, ndr) e Veltroni gli negò la candidatura dicendo che sarebbe stato un esempio di “nepotismo”; in quella occasione De Luca chiese e ottenne la candidatura del Bonavitacola al posto del figlio, e ciò rende l’idea di quanto i due siano legati l’uno all’altro”. Un legame, almeno questo, conclamato.

Le accuse dell’ex amministratore Sma: “Sodalizio De Luca-Passariello per la finta opposizione”