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Napoli – Dietro alla grande prima parte di stagione del Napoli, capolista e qualificato agli ottavi di Champions League, c’è un’organizzazione perfetta. Una “piramide” la definisce Cristiano Giuntoli, il direttore sportivo azzurro che ha saputo sopperire alla perdita di elementi come Navas, Koulibaly, Ruiz, Insigne e Mertens. Non era scontato, eppure il Napoli si è preso, oltre alla vetta della classifica, le prime pagine nazionali ed estere, facendo parlare di sé per i risultati ottenuti e il gioco espresso.

Si arriva a questo con l’impegno, credo anche con la competenza, con il coraggio di una proprietà che nei suoi diciotto anni ha dato dimostrazione di sé”, ha raccontato al Corriere dello Sport lo stesso Giuntoli, “il covid ha imposto di cambiare, perché il monte ingaggi ormai era insostenibile, dinnanzi a una situazione che aveva ridimensionato e quasi azzerato ogni risorsa economica“.

A fare la differenza è stato il peso delle idee, l’intuizione di puntare su Khvicha Kvaratskhelia. Una trattativa cambiata grazie a un altro fattore imprevedibile. “Di lui avevamo cominciato a chiacchierare ai tempi di Ancelotti. La prima richiesta di 30 milioni del Rubin Kazan ci gelò. E ci tirammo indietro. La guerra in Ucraina ha modificato la valutazione e con Khvicha alla Dinamo Batumi ci siamo rifatti avanti“.

Un diamante da blindare: “Con il management di Kvara ci sono rapporti consolidati, avremo modo di parlare e di aggiornarci. C’è simpatia e stima tra noi e abbiamo quattro anni e mezzo ancora davanti a noi. Certo, nessuno è insensibile alle risposte ricevute dal campo, ma non ne farei un caso“.

L’altro colpo ad effetto è un coreano pescato in Turchia, nel Fenerbahce. Un difensore capace di raccogliere l’eredità di Koulibaly, senza farlo rimpiangere. “Su Kim faccio chiarezza: c’è una clausola, valida solo per l’estero“, sottolinea Giuntoli nell’intervista al quotidiano romano, “È variabile, è crescente, è legata al fatturato dell’eventuale acquirente. E soprattutto ci si può accedere solo in una finestra fissata per il prossimo luglio e aperta per quindici giorni. Ma questa è teoria, perché in pratica noi siamo già proiettati alla ridiscussione di quei termini“.

Colpi che avrebbe potuto mettere a segno per un altro club, perché in passato il direttore sportivo ex Carpi ha valutato l’ipotesi di lasciare Napoli. “Non nego le incomprensioni con De Laurentiis ma ditemi voi se dentro un rapporto decennale non possa esserci una fase critica. A lui forse non piacque qualche mio atteggiamento e, visto come andavano le cose allora, magari pensò anche di qualche scelta tecnica sbagliata“, ha aggiunto, “Io considero De Laurentiis un fuoriclasse, un manager fuori dal tempo, con una visione straordinaria del futuro. Lungimirante come pochi. Le frizioni sono sparite in fretta, abbiamo ricominciato a dialogare scegliendo questa nuova strada, e abbiamo creato un rapporto familiare. Non ho fretta di rinnovare, venti mesi sono un’eternità. Se ci voltiamo, dov’eravamo venti mesi fa?“.

L’esperienza all’ombra del Vesuvio, insomma, è destinata a proseguire e con lui ci sarà ancora Luciano Spalletti: “C’è una opzione per il rinnovo per un altro anno fissato a favore
della società“.

Eppure tra mille soddisfazioni, anche nel cassetto di Cristiano Giuntoli c’è spazio per un rimpianto. “Haaland. Contratto già fatto con il Salisburgo, riconoscendo loro il pagamento della clausola a venticinque milioni di euro. Ma Haaland preferì il Borussia Dortmund e noi che avevamo messo lui e Osimhen nelle nostre preferenze, ci dirottammo su Victor. Per
noi erano alla pari“, conclude il deus ex machina azzurro.